Economia

Violare la legge alla luce del sole

Violare la legge alla luce del sole

Mettere sullo stesso piano questione televisiva e problemi della giustizia, si dice, è una cosa inaccettabile. Introdurre, addirittura, una logica di scambio è roba da affaristi in pieno conflitto d’interessi. Nella condanna di una simile ipotesi, oltre tutto volgarotta e non sopportabile per i palati fini e salottieri, si ritrovano quasi tutti.

Silvio Berlusconi, del resto, ha escluso con chiarezza di avere mai accarezzato certe idee. Gli stanno a cuore gli interessi delle imprese, che sono gli interessi del sistema produttivo; così come non dimentica i problemi della giustizia, che sono quelli di una civile convivenza pacifica. Ma si tratta di cose diverse.

Ebbene, a me pare che l’accostamento fra problemi dell’emittenza e problemi della giustizia, non sia poi così blasfemo come si crede. Anzi.

Un mercato, e quello dell’emittenza televisiva è un mercato, funziona se è regolato da leggi buone e sagge, e se tali leggi vengono fatte rispettare. Non sono buone e non sono sagge le leggi che tentano di trasformare il mercato secondo l’umore di una qualche sua maestà. Non sono buone e non sono sagge le leggi che stabiliscono solo che qualcosa andrà stabilito, ed a farlo sarà una autorità da stabilire. Questo genere di leggi realizzano, per vie opposte, una sola cosa : l’arbitrio.

L’arbitrio, poi, diventa massimo se si pensa di esercitarlo facendo dire alla Corte Costituzionale quello che questa non ha mai detto. Sia chiaro una volta per tutte : in nessuna sentenza, mai, la Corte ha detto che ciascun soggetto non può avere più di due reti. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.

Ma se la legge è buona e saggia, lo stesso non da luogo ad alcun risultato positivo se, poi, non la si fa rispettare. Ora, lo facevamo notare qualche giorno fa, è sotto gli occhi di tutti un gruppo nazionale, quello che si affaccia sui teleschermi con la sigla TMC e TMC2, che agisce in assai dubbio rispetto delle leggi. Al tempo stesso, il medesimo gruppo, ha chiuso un accordo con la Rai, che è uno dei tre competitori nazionali, e che è a sua volta proprietaria del 10% della società che ripete il segnale di TMC. Questo accordo si concilia assai difficilmente con il rispetto degli articoli 15 e 37 della legge 223 del 1990 (alias “Mammì”).

Tutto questo avviene, come dice il presidente Siciliano, “alla luce del sole”. Come se, eventualmente, violare una legge alla luce del sole sia cosa meno grave che farlo in penombra.

Allora : a che serve fare leggi, se poi nessuno si incarica di farle rispettare? In altre parole : che senso ha affidarsi al diritto, se poi non funziona la giustizia?

Si dirà : ma questo non vale solo per l’emittenza, vale per ogni aspetto del nostro vivere civile che sia regolato dalle leggi. Giusto, proprio così. Ecco perché il problema della giustizia che non funziona, e che non funzionando diviene ingiusta, è urgente e centrale. Lo è per tutto, è lo è anche per il mercato televisivo.

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