Idee e memoria

Don Giovanni al governo

A guardarsi indietro, al solo pensiero che il mondo intero ha seguito le avventure di Bill e Monica, c’è da restare sbigottiti. Si, sbigottiti all’idea che le si sia potute trovare interessanti, prive come erano di contorni seducenti.

Sebastiano Vassalli ci ha raccontato la storia del Cigno , potente parlamentare siciliano, crispino, che adorava finire le giornate fra le grandi tette di una giovane vedova bisognosa d’aiuto: gli piaceva essere il lattante nelle braccia della balia. Particolare interessante in un racconto che aveva ben altri contenuti: Crispi, la mafia, la Sicilia, l’uso politico della giustizia, l’amore. La storia di Bill e Monica non ha nulla di tutto questo, a parte il raccapricciante (solo per noi avanofili) particolare del sigaro sciupato.

Ma l’audience è stata vastissima e mondiale. Così c’è parso interessante guardare la cosa con qualche maggiore attenzione, per comprendere certi fenomeni, intendendo per tali quelli che si sono prodotti nel sistema dell’informazione. Già, perché il fatto non è neanche originale, e peschiamo a caso nella memoria dei rapporti fra potere e sesso.

Karl Marx, il barbuto di Treviri, il padre del socialismo scientifico aveva anche altri figli. Sposato ad una aristocratica signora tedesca s’industriava a saziare anche altrove i propri appetiti. Talora ne sortivano dei problemi finanziari, così come dei prodotti umani, dei quali, però, il filosofo non si occupava, lasciando l’incombenza all’amico Friedrich Engels. Sarà da queste premure che il secondo trasse ispirazione per il suo saggio su “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”.

Gladstone, primo ministro della regina Vittoria (e non riusciamo a stabilire se questa sia un’aggravante od un’attenuante) passava la notte a perlustrare le vie di Londra, ove raccoglieva le prostitute che poi portava a casa. Qui la signora Gladstone le rifocillava con una tazza di cioccolata calda e, poi, le lasciava in balia del marito che lungamente spiegava loro la necessità di tornare sulla retta via. Si accalorava molto, nel tenere questi sermoni, che avrebbero meritato un’analisi ed una spiegazione più approfondite.

Per tornare ai padri del socialismo scientifico Vladimir Illich Lenin non rivolgeva le sua attenzioni solo verso la moglie, Nadejda Kroupskaia, ma si occupava da vicino anche della felicità di Inessa Armand. La cosa era assai riservata, e conosciuta solo da una ristrettissima cerchia di fidatissimi. Ma a fidarsi, specie in queste faccende, si commette sempre un errore, difatti ne era al corrente anche Beria, che mise l’informazione a disposizione di Stalin. Lenin, come la storia ci dice, aveva non poche riserve su Stalin ed i suoi metodi, ma non ebbe mai modo di pubblicizzarle e fu fatto morire in odor di demenza. Secondo alcuni storici il ricatto basato su Inessa ebbe un suo peso.

Su un’altra sponda del comunismo realizzato troviamo Mao Zedong. Il grande timoniere prendeva esempio direttamente dalla tradizione imperiale e si circondava di numerose fanciulle. Le preferiva giovanissime, adolescenti, in grado di dargli freschezza ed energia. Oggi la cosa verrebbe vista sotto una luce diversa, allora non era neanche conosciuta. Ah, se si pensa a tutti quei bravi giovani, e non solo, occidentali che rimasero affascinati dalla morigeratezza dei costumi maoisti, a quanti sognarono di “servire il popolo”. Che faccia avrebbero fatto se avessero saputo che il loro idolo, in attesa di servirlo, gradiva servirsi delle figlie del popolo?

Da un sistema all’altro, attraversando l’Atlantico: e se Jonh Kennedy avesse trovato il suo Kenneth Starr? Roba da ridere. L’uomo della nuova frontiera faceva veramente fatica a contenere e tenere a bada la propria mascolinità: se andava ad un ricevimento gli uomini della sicurezza lo perdevano quasi subito, perché lui puntava una dama e mirava al sodo, qui ed ora. E l’ipotetico Starr ne avrebbe trovate di belle (di faccende, oltre che di fanciulle), con gonne che volteggiavano ora sul capo del Presidente ora su quelle di un boss mafioso. E quanto spazio si sarebbe dato alla storia con Marilyn Monroe?

La leggenda vuole che Jonh, stanco della cosa, abbia dato incarico al fratello Bob di recarsi dall’attrice per comunicarle che era finita. Bob andò, ma anziché comunicare una fine si adoperò in un inizio, quello della sua relazione con l’affascinante bionda. Nel frattempo le signore Kennedy sfornavano figli a ripetizione.

In Italia le cose sono sempre andate in modo diverso. Il duce non nascose poi molto le sue relazioni, con Margherita Sarfati prima e con Claretta Petacci poi. Ma fece di più: fece mettere in giro la voce che, ogni mattina, arrivando nell’ufficio di Piazza Venezia, proprio dietro la vetrata del celebre balcone, si produceva ne “la bersagliera”. Che si potrebbe così sintetizzare: rapporto non necessariamente amoroso, ginnasticamente consumato in piedi. Ci vorrebbe Catenacci (quello della “mazza ferrata di Predappio”) per raccontarlo.

Si, vabbé, dopo Mussolini le cose un po’ cambiarono, ma solo un po’. La maggioranza democristiana faceva sentire il peso dei propri costumi esteriori, ma, suvvia, il gallismo nostrano era orgoglioso del fatto che potesse esserci un Presidente della Repubblica vivamente interessato ai misteri dell’alcova. Trattasi di un sentimento mediterraneo (spesso privo delle raffinatezza brancatiane) che ha esempi anche altrove: quando Andreas Papandreu, primo ministro greco, in età decisamente avanzata, decise di giacersi con una giunonica e giovane hostess, facendone la propria moglie e la prima donna della Repubblica, i greci sorrisero, magari lo presero in giro, ma con affetto e con non celabile invidia.

In Francia il Presidente Mitterrand si è fatto accompagnare, nell’ultimo viaggio, da due famiglie. E non è che fossero funerali riservati e privati (e neanche erano le uniche due famiglie convocabili). Ma a Ton Ton la Francia aveva perdonato ben altro, ammesso che, in questo caso, vi fosse qualcosa da farsi perdonare.

Ecco, difatti, questo è il punto cui volevamo giungere. Non so se sia “politicamente corretto”, ma ci pare che queste faccende sentimental goderecce possano interessare gli storici, magari, per meglio comprendere la personalità di qualcuno, ma, tutto sommato, perché mai dovrebbero interessare i contemporanei? Voglio dire: se la cosa non ha riflessi sugli affari di governo, a noi che ce ne importa di cosa succede dalla cintola in giù? Importerà, non ne dubito, ad un certo pubblico pettegolo e, quindi, a certa stampa che del pettegolume fa commercio, ma le avventure di Bill e Monica (e dello sventurato sigaro, cui non mi riesce di non pensare) sono finite per mesi e mesi sulle prime pagine della stampa “autorevole” e “seria”.

Il Papa si trovava a Cuba. Era un evento storico, ci sarebbero state mille cose da raccontare e masse variopinte da riprendere, ma tutti i corrispondenti americani erano già stati richiamati in patria, per occuparsi delle cicce stagistiche. La cosa ha del grottesco, per questo merita di essere compresa.

Gli Stati Uniti di oggi sono assai meno puritani di quelli degli anni sessanta, quando “operava” Kennedy. L’omogeneità culturale dei Padri Pellegrini è stata superata da una realtà in cui sono affluite masse di immigrati con matrice culturale totalmente diversa, di lingua massicciamente ispanica (per rendersene conto basta passare in rassegna i canali televisivi USA: una volta mai ci si sarebbe immaginati di trovare tante tv in spagnolo). Quindi è escluso che l’opinione pubblica odierna sia più sensibile di quella di ieri alle faccende di letto.

Ma, si dirà, non è il sesso che conta, conta il fatto che il Presidente ha mentito. Ma fatemi il piacere! Il Presidente ha mentito, come è assolutamente evidente, ma lo ha fatto su una materia non governativa e, per la precisione, su una materia su cui mentirebbe qualsiasi coniuge di questo mondo. Tanto è vero che la suddetta opinione pubblica non è mai stata colpevolista, sebbene seguisse la cronaca del mancato lavaggio di un vestito (orrore!).

E allora? Allora Clinton e la signorina Lewinsky erano solo prodotti nelle mani di un sistema dell’informazione, di un’industria dell’informazione che non poteva pretendere di vendere solo le strizzolinate di Lady Diana e la sua morte al fianco del ricco arabo. Il pubblico aveva già bevuto la bevanda adulterata che aveva indotto a mettere l’ex moglie di Carlo sullo stesso piano di Madre Teresa di Calcutta, ma le boiate hanno un limite e la bevanda era sempre meno bevibile. Ecco, dunque, che si da il benvenuto ai due della Casa Bianca: l’adolescente invecchiato e potente (in senso politico), e la fanciulla già cresciuta e maliziosa. Evviva.

Il guaio è che, una volta, queste cronache avevano spazi provinciali, al massimo nazionali, adesso si estendono su tutto il pianeta. E’ il mercato unico, bellezza. Già, purché non divenga la morale unica. Perché questo è il rischio di quest’informazione di stampo hollywoodiano che ci spinge tutti ad assomigliare al peggio di noi stessi. Sarebbe bene che tutti si tenga ben presente quel che scrisse il grande Jorge Luis Borges : “Russel (…) propone che le scuole elementari insegnino l’arte di leggere i giornali con incredulità. penso che tale disciplina socratica non sarebbe inutile. Delle persone che conosco, ben poche arrivano appena a compitarla. Si lasciano ingannare da artifici tipografici (…); pensano che un fatto sia avvenuto davvero perché è stampato in grandi caratteri neri; confondono la verità con il corpo dodici”. La cecità lo preservò dall’apprezzare a quale livello di falsificazione si può giungere con le immagini.

Condividi questo articolo