Idee e memoria

Il brutto di Di Bella

Lo dico subito, sono ignorante. Ma non mi piace, non mi piace punto questa storia del prof. Di Bella e della somatostatina. E’, comunque la si voglia vedere, una storia da repubblica delle banane.

Tutto comincia con le sentenze di un pretore che speriamo conosca le leggi più di quanto conosce l’italiano, anche se le due cose avrebbero dovuto fare parte del medesimo corso di studi. Detto pretore, secondo quanto egli stesso ha sostenuto, ha potuto godersi le sue settimane di popolarità. E’ stato l’unico, a godere.

Pretore a parte, rimane Di Bella e la somatostatina. Il prof. Di Bella ha l’aria di mastro Geppetto, e questo gli giova, in televisione. Anche grazie all’arrogante antipatia del ministro Bindi. Ma quando si parla di salute, quando si parla di gente che ha un piede nella tomba, la simpatia e l’antipatia lasciano il tempo che trovano. Ed allora bisognerà che qualcuno dica se la somatostatina è un farmaco utile o, invece, è un palliativo.

E’ in corso la sperimentazione, si dirà. E va bene, si faccia la sperimentazione, ma non è che ciò impedisce ai luminari della scienza di dire la loro. I miei amici che si occupano di medicina, ad esempio, dicono tutti che la somatostatina cura il cancro tanto quanto un pediluvio. Magari i miei amici sono tutti ignoranti, può darsi. Ma, mi domando, che fine hanno fatto i volti noti che, da anni, ci parlano delle cure e della ricerca contro il cancro? I Veronesi, i Mandelli e gli altri sono tutti in ferie?

No, che non lo sono, è che pare le cose stiano così : nessuno di loro crede che vi sia qualche cosa di serio, ma nessuno di loro ha il fegato di sfidare l’opinione pubblica. Ma l’opinione pubblica è solo il frutto della campagna montata dai mass media. O si vuol sostenere che si possono scegliere le terapie in modo “democratico”, per alzata di mano? Nulla di strano : in un paese che ha sperimentato i governi tecnici è giunta l’ora delle terapie politiche. Ciascuno muore come meglio crede.

Insomma, pare che i luminari della scienza vogliano confermare la tradizione di storica viltà degli intellettuali italiani. Complimenti.

E mentre di tutto si parla nel vuoto di cultura e di controlli, mentre non sappiamo se si sta montando una ciarlataneria o se si sta occultando una grande opportunità di vita, mentre i malati vengono sballottati fra opposte suggestioni, mentre ai disperati si offrono speranze non si sa quanto fondate, mentre tutto questo accade, il figlio del prof. Di Bella, facendo il portavoce del padre, afferma che, se le cose continuano così, la salvifica famiglia se ne andrà all’estero. Ma hanno già sondato il terreno? C’è qualcuno che se li piglia?

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