Il commento di oggi

Diseducazione familiare

Diseducazione familiare

L’idea di pagare un nonno (ma anche uno zio, un cugino, un parente e forse financo un congiunto di decretante memoria) perché badi al piccolo di famiglia è una forma di diseducazione di massa. Oltre che una gran fregatura per il piccolo in questione e un suicidio per il nonno, giacché il futuro giovane vorrà essere pagato per badare al vegliardo. Cotale inimmaginabile corruzione dei valori familiari si deve al tentativo di pagare a debito quel che manca per un debito di mancati investimenti a sostegno della famiglia e della natalità.

Ma c’è qualche cosa di ancora più perverso e diffuso, ovvero il concentrare fantasia e sforzi degli italiani non nell’inventare, innovare e lavorare per creare ricchezza, ma nel riscuotere il quantum elargito da uno Stato che neanche nel migliore dei casi può definirsi “mamma”, somigliando piuttosto alla matrigna di Cenerentola. Un bimbo può essere messo a reddito per un valore di dieci euro all’ora, basta seguire le istruzioni appositamente redatte dallo stesso Inps incapace di pagare per tempo la cassa integrazione già finanziata. Quel reddito può essere riscosso per un totale di 1200 euro, che diventano 2000 se i genitori lavorano nella sanità. Il tutto entro la fine di luglio, sicché chi non ha già provveduto deve industriarsi a consumare fra le 120 e le 200 ore, in modo che le cose stiano esattamente come prima, ma succhiando per la propria famiglia un po’ di quattrini pubblici. Bruciata anche questa ricchezza si dovrà provvedere a rifinanziarla e, quindi, reincenerirla, senza che sia cresciuta di un capello la produttività di chicchessia.

E il Covid? Al blocco e alla recessione il virus accompagna l’occasione di sfruttare un’enorme liquidità per fare investimenti che sì aumentano il debito, ma anche possono favorire opere comunque utili e domani sfruttabili, il tutto senza perdere il nesso vitale fra il produrre e il consumare. Questo se stessimo parlando di persone e governanti normali, che non pensino il futuro sia un buon argomento per finanziare il presente alla ricerca del passato.

DG, 29 giugno 2020

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