Politica

Borges al Mugello

Dopo il Mugello, il diluvio. Di Pietro è un mito, per molti italiani. Ha combattuto il male. Adesso incassa il loro entusiastico consenso.

E la storia continua. Ne abbiamo lette tante, su quel che è accaduto al Mugello. Ho chiuso gli occhi, ed un’immagine mi si è fissata nella mente.

Jorge Luis Borges ha scritto cose splendide. La migliore, credo, è una storia che si intitola “I teologi”. Una delle cose più belle che siano mai state scritte. Due antagonisti si scontrano, lungo tutto il filo del racconto, Aureliano e Giovanni di Pannonia, “l’ortodosso e l’eretico, l’aborritore e l’aborrito, l’accusatore e la vittima”. Fra loro sorge una guerra di vita, che diviene guerra di morte. Ogni convivenza era resa impossibile dal fatto che l’uno era la negazione dell’altro.

Leonardo Sciascia scrisse che in quel racconto vi è la cifra di tutte le inquisizioni, di tutte le guerre di religione, di tutte le guerre ideologiche. Le due posizioni apparivano, difatti, inconciliabili. Uno dei due finì sul rogo. Arso prima dalla disputa, poi dalle fiamme. L’altro, il vincitore, proseguì per la sua strada. Ma anche lui era stato arso dalla disputa, è fini con l’essere incenerito da un fulmine. I due si ritrovarono, al fine, in quell’altro mondo. In quell’altro mondo, però, il loro scontro non poteva continuare. Era una questione teologica, ed ora si trovavano al cospetto dell’Altissimo, alla fonte di ogni Verità. Quando Dio se li trovò davanti, ed è questa la magia del racconto, non seppe distinguere l’uno dall’altro, per Lui poteva benissimo trattarsi della medesima persona.

Quella conclusione non annulla, credo, le diversità umane, biografiche, ma annulla ciò che i due contendenti avevano ritenuto più importante : le diversità morali, teologiche. La divina indistinguibilità, credo, non significa uguaglianza, ma irrilevanza od inesistenza di quella diversità.

Ecco, se Borges avesse, nella sua cecità, visto giusto, chissà se esiste un Creatore innanzi al quale potranno incontrarsi, in un lontano futuro, il nuovo senatore del Mugello ed il vecchio presidente del consiglio, costretto all’esilio.

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