Politica

D’Alema e Crispi

D’Alema può fare un buon governo e può rendere un buon servizio al paese, non è in una condizione di debolezza, mentre il lato meno esaltante della sua situazione è l’illegittimità del concepimento.

Può fare un buon governo perché si trova alla vigilia del semestre bianco, e l’alternativa al suo successo sono le elezioni anticipate. Ciò dovrebbe dargli la forza di comporre un esecutivo degno, senza troppo sottomettersi ai voleri dei partiti che lo sostengono. La scelta della continuità, come sul tema della legge finanziaria, rende meno traumatica la partenza e più veloce l’ingresso nel protettivo semestre bianco.

Certo, è vero che la maggioranza che lo sostiene è decisamente variopinta, ma, a ben vedere, ciascuno potrebbe trovarsi a contare pochino. Conterà pochissimo Cossutta, dato che l’unica possibilità alternativa al pieno sostegno del primo comunista capo del governo è il radicalismo antagonista di Bertinotti. Spazio, però, già occupato. Mentre l’esistenza di Cossiga, che provocherà più di un mal di pancia, consentirà anche di riaprire i due forni di andreottiana memoria. Magari due piccoli esercizi artigianali, ma pur sempre sufficienti a mantenere in vita la famigliuola governativa.

Dovrà, D’Alema, pagare dei prezzi alla presenza ed al sostegno dei cattolici, ma lo farà volentieri. Il togliattismo ha già insegnato che i cattolici sono importanti ed irrinunciabili, in Italia, ed una lettura guidata del pensiero gramsciano darà sostegno a questa tesi. Il rischio cileno, di cui parlò Berlinguer, non è meno attuale adesso che l’ex dittatore si trova agli arresti in quel di Londra, e D’Alema, quindi, i condizionamenti cattolici li cercherebbe, se già non li avesse. C’è da sperare che tale consapevolezza non tracimi nelle esagerazioni papaline del fu radicale Rutelli, o nelle devozioni paganeggianti di Bassolino.

Il nuovo governo non potrà mollare la politica economica impostata da Ciampi, intanto perché sarà lo stesso Ciampi a dirigerla, e poi perché l’unico governo europeo a direzione post comunista non può permettersi il lusso di mollare di un capello l’attaccamento alla costruzione comunitaria. Lo stesso vale per la solidarietà atlantica, dove colui il quale marciò dietro le insegne di Breznev e del più bieco sovietismo pacifista dovrà essere pronto a dimostrare di non confondere le piazzate con il governo. Il neutralismo potevano praticarlo i dossettiani che si trovavano in un partito cui si indirizzavano i fondi provenienti dagli Stati Uniti, un ex comunista, che militava in uno finanziato dal KGB, non può permetterselo.

D’Alema arriva a Palazzo Chigi essendo inquisito. Già questo solo elemento vale a dimostrare che (con serenità, certamente) il regolamento di conti con la magistratura deragliante è già avviato. Il presidente della Bicamerale, che volle Boato ad occuparsi di giustizia, potrà riprendere il cammino iniziato. L’idea di utilizzare Giuliano Amato, indimenticato braccio destro di Bettino Craxi, è significativa.

Giovanni Agnelli disse che la sinistra può fare quel che alla destra non è consentito. Vale a dire che la sinistra ha la possibilità di fare la politica che dovrebbe fare la destra. Agnelli commise l’errore di dirlo a proposito del governo Prodi, ma l’affermazione torna di attualità. Inutile girarci attorno : D’Alema sarà grande se saprà fare questo. Se mirerà a campare e durare, alla Prodi, allora la fine del semestre bianco, coincidente con la travagliatissima elezione di un nuovo Presidente della Repubblica, porterà la sua fine ed il suo inabissamento.

Il lato debole, certo, è nell’atto di nascita : illegittimo. Illegittimo non perché noi si sia una democrazia bipolare con un sistema elettorale maggioritario. Illegittimo perché questa balla la raccontava D’Alema, il quale si sperticava a dire che il capo della coalizione era Prodi e che non sarebbe mai stato sostituito. Ma le cose hanno una forza superiore a quella delle parole. Archiviata la balla si tratta di vedere se D’Alema è in grado di giocare alla grande la sua partita. Le carte ci sono, il giocatore vedremo.

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