Politica

Postcomunista e papalino

Sul comunismo, dice D’Alema, aveva ragione il Papa. Io, invece, che non cambio idea con il cambio delle stagioni, penso che sul comunismo avessero torto sia D’Alema che il Papa. Prendo atto, comunque, del fatto che tanto millantato liberalismo era solo frutto di crassa ignoranza su cosa il termine volesse significare, ed auspico, al più presto, una visita di D’Alema a Pinochet, come già fece il Papa, riconoscente per i suoi meriti nella battaglia anticomunista.

Certe sortite, diciamoci la verità, mettono allegria. Un leader, che si vanta di essere stato comunista, dovendo (tardivamente, molto tardivamente) prendere atto che detto comunismo è morto, dopo avere massacrato milioni d’esseri umani, dopo averne deportati altri milioni, dopo averne ridotti miliardi alla fame di pane e di libertà. Dovendo compiere questo pietoso atto cosa fa? rivolge la mente alla grande scuola democratica occidentale? al suo filone socialista democratico? No, varca il Tevere e si mette nelle braccia del Papa polacco. Gedda sarebbe fiero di questo giovane e baffuto presidente del consiglio.

Si dirà che non ho compreso lo spirito dei tempi nuovi, che sono rimasto fermo alla cultura del passato, che non so guardare avanti, che non comprendo le importanti novità. Insomma, non sono ancora un trasformista senza idee e senza ideali. E’ vero.

Il comunismo era un sistema marcio e malato perché era un sistema negante ogni forma di libertà, e, quindi, di dignità umana. Fra le libertà negate vi era la libertà religiosa, e questo poneva la chiesa contro il comunismo. Ma la chiesa, a sua volta, non è un bell’esempio di apertura mentale, tolleranza del diverso e disponibilità verso le altrui libertà.

Il Papa polacco ha chiesto diverse volte perdono per i crimini commessi dalla chiesa contro le libertà e le diversità, ma basterebbe leggere le parole da lui rivolte agli astrofisici riuniti in Vaticano per rendersi conto che il revisionato giudizio sulla storia non ha ancora prodotto (e potrà mai?) un diverso atteggiamento sulle cose del mondo.

D’Alema nasce chierichetto della chiesa comunista, officiando messa sul medesimo altare ove venivano sacrificati gli uomini liberi. Conferma la sua vocazione di chierichetto, anche se oggi serve messa all’altare di qualche voto. Amen.

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