Politica

Principessine

Prossimamente si voterà per l’elezione del consiglio comunale e del sindaco di Roma. La cosa non solo non riesce ad entusiasmarmi, ma neanche ad interessarmi, pur essendo io un cittadino romano.

Politicamente, non esistono. Sono una gara senza competizione. Non c’è lo straccio di un programma. Ed anche i candidati, sembrano essere stati scelti fra quelli che non sono destinati ad occupare spazio nella memoria. Eppure, anche in questo deserto, succedono cose curiose.

Francesco Rutelli, per esempio, secondo quanto mi dicono amici bene informati, sarebbe il candidato della sinistra. Io non volevo crederci, ed avevo le mie ottime ragioni. Quando mai si è visto che un candidato della sinistra che apre la campagna elettorale facendosi contornare dalla nobiltà romana? Principi e principessine, lo dico da plebeo repubblicano, sono persone come le altre (a parte taluni, che sono peggiori degli altri) e, quindi, non c’è nulla di male a frequentarli. Ma se li frequenti in quanto ti piace far sapere che te la spassi con principi e principessine, allora sei un reazionario, scemo per giunta. Questa era una delle poche certezze che avevo.

Ci sono, poi, i costruttori. Nobilissimo mestiere. Non dimentichiamo che dobbiamo al loro lavoro se dormiamo sotto i tetti e non nelle caverne. Ma nell’accezione romana, quando un costruttore si avvicina troppo al cuore tenero di chi maneggia il piano regolatore, si denomina palazzinaro. Ed i palazzinari sono nemici del popolo, il quale è amico della sinistra. Ne deducevo che Rutelli non poteva essere il candidato della sinistra.

Vabbé che ci deve essere sempre un Fra’ nella storia di Roma, ma far sempre amicizia con la stessa famiglia di costruttori è diabolico.

Ebbene, mi sbagliavo. I miei amici bene informati mi dicono che Francesco Rutelli è veramente il candidato della sinistra. Una sinistra pariolina, fatta di abitini ben tagliati e camiciole falso trasandate. Adorabile, se non proprio suggestiva.

Dall’altra parte c’è quel fascistaccio di er pecora, al secolo Buontempo. Delle due B è quella che lascia un qualche ricordo. Il fascistaccio furoreggia nei quartieri popolari. Ha in dosso il cattivo gusto del popolano che si è sistemato. E’ sanguigno, forte. E’ vero.

Il centro destra ha dei candidati che, come dice il loro slogan, non si atteggiano. Anche perché non ci riuscirebbero. E poi, er pecora non ne ha bisogno. Lo guardo, lo riguardo, e rimango folgorato da un’idea : chissà se se ne rendono conto, chissà se lo capiscono, e chissà se ne sarebbero felici, ma Pier Paolo Pasolini potrebbe tesserne le lodi. Ma si, il poeta di sinistra che stava con i celerini contro i manifestanti, che stava con quelli che erano i veri proletari, mai e poi mai sarebbe potuto comparire al fianco di una danzante principessina che riceve nel palazzo avito, mentre il suo Accattone ben potrebbe prestare le sue ore fin troppo libere alla campagna di er pecora.

La sinistra romana giuoca a golf e brinda nei palazzi della nobiltà nera. La destra romana insegue il consenso nelle borgate. Per fortuna che c’è un candidato verace, il principe Ruspoli. Sta in una lista civica e si identifica con Roma “da mille anni”. Appunto, Roma digerirà tutto questo. E forse, un giorno, fra mille anni, eleggeremo un sindaco.

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