Politica

Risultati europei

I risultati elettorali sono già stati commentati, ma, come sempre capita, lo si è fatto all’ingrosso, guardando agli effetti più vistosi. E, del resto, il successo delle liste Bonino ha oscurato il risultato di altre componenti che, invece, meritano maggiore attenzione. Mi riferisco ai Democratici dell’asinello.

Dentro i Democratici si sono concentrate non poche malattie del nostro sistema politico. E’ un concentrato patologico d’indubbio interesse. I Democratici si dicono fermamente maggioritari e bipolaristi, lo sono al punto da proporre all’ex Ulivo la fondazione di un partito unico della sinistra; dato che gli altri rispondono picche i Democratici approfittano del sistema proporzionale per fondare un nuovo partitino. Andando avanti con questa logica, fra bipolaristi veri, verissimi, autentici ed ante marcia, finiremo con il massacrare il bipolarismo sotto il peso di una frammentazione partitica senza freni né pudori.

I Democratici credono nell’Europa e, non a caso, sono capitanati dal presidente della Commissione Europea. Tanto encomiabile europeismo, però, assume un tono comico quando si scopre che gli eletti in groppa all’asino non sanno dove andare a sedersi. Già perché sono un po’ socialisti ed un po’ democristiani, ma anche un po’ liberali ed un po’ di destra. Sono un po’ di tutto ed un po’ di niente. L’essere capitanati da Prodi, a questo punto, diventa davvero significativo.

I Democratici, lo ha detto Prodi, hanno salvato il risultato del centro sinistra. Bene, ma dati alla mano il risultato dei Democratici è stato salvato dal senatore Di Pietro, che, per la proprietà transitiva del salvataggio, sarebbe il salvatore del centro sinistra. Con ciò stesso il centro sinistra sarebbe morto e sepolto, date le attitudini da ducetto che non fanno del noto latinista un genio nel tenere assieme le coalizioni.

I Democratici hanno nella pancia l’idea del partito dei sindaci, così sono riusciti a sfasciare l’unica legge elettorale che aveva funzionato. Rutelli, per esempio, per il modo in cui funziona la legge elettorale, diventa sindaco di Roma voluto da almeno il 50% più uno degli elettori. Lo stesso Rutelli si è candidato con i Democratici al fine di dimostrare che non ne rappresenta che un’infinitesima parte. Bel risultato, ma egli dice di avere vinto, consapevole com’è che la sostanza è solo un attributo secondario della propaganda.

I Democratici, quindi, sono diventati il bel ritratto di una politica umiliata e sconfitta. Né Penelope né Sisifo, semplicemente il qualunquismo contraddittorio ed incoerente, felice di non avere idee che ne appesantiscano la corsa.

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