Politica

I voti e la sostanza

Troppo spesso la politica dà l’impressione di parlare d’altro, rispetto a quel che accompagna la vita dei cittadini. Le riforme istituzionali, certo, sono indispensabili, e i rapporti fra le forze politiche, o, per meglio dire, fra le componenti interne a ciascuna coalizione, sono rilevanti, al fine di poterle realmente varare. Se si parla solo di questo, però, va a finire che la politica parla di se stessa. E, qualche volta, anche solo a se stessa. I dati resi noti dalla Banca d’Italia, piuttosto, sono il modo sintetico di descrivere quel che avverrà nelle nostre tasche. Sono numeri non eludibili, che pongono problemi politici.

Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, s’è arrabbiato per quelli relativi alla disoccupazione, affermando che solo chi è fazioso somma i disoccupati “ufficiali” ai lavoratori in cassa integrazione e questi agli “scoraggiati”. Non so se rientro in tale categoria, ma anch’io avevo, qui, ragionato facendo quella somma. C’è una ragione: se si fa il confronto con la media europea occorre utilizzare numeri omogenei, altrimenti si ottengono conclusioni bislacche. Non è un modo per attaccare il governo, ma per non smarrirsi appresso alle proprie parole. Non sono, comunque, i dati sulla disoccupazione, i più preoccupanti, perché la Banda d’Italia fissa a un più 0,7% l’incremento del prodotto interno lordo, per l’anno in corso, e ad un appena più tondo 1% per il prossimo. Con questi tassi di sviluppo ci sono due cose, che possiamo scordarci: a. il riassorbimento della disoccupazione; b. la riduzione della pressione fiscale.

Lo sviluppo, però, non è come il clima, non ci si limita a sperare di prevederlo, si può anche influenzarlo, con decisioni di politica economica. E qui, torniamo alla politica. Quella che ci attende è una stagione molto particolare, perché alla fine di marzo si terranno le elezioni regionali, dopo di che si apre un periodo senza urne. Anomalo, visto che siamo abituati a votare ogni anno. La maggioranza di governo si accinge a un possibile, ripetuto, successo elettorale. Il modo in cui la sinistra si sta preparando alle regionali sembra voler fare concorrenza a Leopold von Sacher-Masoch. Ci sono, insomma, per il centro destra, le premesse di una possibile vittoria.

E’ normale, in politica, che si tenda a prendere più voti possibile, ma la vera sfida, per il governo, è dimostrare di saperli utilizzare. Non dico dal primo aprile, che sembra uno scherzo, ma dal giorno appresso, il governo deve dimostrare di avere le idee chiare e di saperle realizzare. Se girerà a vuoto, com’è capitato, se si consumerà in stucchevoli ed estenuanti chiacchiere interne, entro qualche settimana l’effetto vittoria sarà finito e comincerà il fine legislatura, che da noi comincia un paio di anni prima.

Delle cose da farsi abbiamo scritto tante altre volte, e abbiamo fiducia nella memoria dei lettori, quel che chiediamo alla maggioranza è di farle. Ora. Subito. Il tempo non è infinito, e neanche la pazienza dei cittadini. Sarà ora di dare un senso a due vittorie elettorali.

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