Politica

Proposte drogate

Lo spinello libero è un problema da vecchi che fingono d’essere giovani. Fra questi ultimi è più presente il dramma delle anfetamine sintetiche, che vengono spacciate come droghe da discoteca e hanno conseguenze devastanti. Noi vegliardi, invece, da quaranta anni facciamo la stessa discussione senza senso: da una parte i libertari per gioco, che sponsorizzano una schiavitù; dall’altra i proibizionisti che ritengono la legalizzazione un favore alla criminalità. Ditemi voi se ha un senso.

Entrambe i gruppi affermano di non volere farne una questione ideologica, ma poi non riescono a dire nulla che non sia ideologico. Facciamo finta che si stia parlando seriamente. Prima di tutto va sgomberato il campo da due ovvietà. La prima: nessuno, sano di mente, è contrario all’uso terapeutico di sostanze altrimenti assai nocive, sicché non c’è bisogno di alcuna legge per legalizzare quel che non è affatto proibito, se solo viene ricompreso nella farmacopea. Le farmacie sono piene di roba che fa malissimo, ma che viene prescritta e assunta per ragioni terapeutiche. Le cronache, del resto, non narrano di soggetti che muoiono di overdose per avere introdotto troppe supposte, a scopo ludico. Seconda ovvietà: inutile dire, come fa Umberto Veronesi, ma tanti altri con lui, che si è contrari all’uso dello spinello, ma che dato il fallimento della proibizione si è per la legalizzazione, non ha senso, dato che con la legalizzazione il consumo aumenterebbe. Capitò anche con l’alcool, dopo il proibizionismo. Ed è del tutto logico.

Io sono un proibizionista, ma mi sforzo, in questo campo come in tutti gli altri, di comprendere le ragioni di chi la pensa diversamente. E’ la cosa più interessante da farsi, sempre. La tesi più ragionevole e forte, secondo me, sul fronte opposto al mio, è che liberalizzando si toglie mercato ai criminali. Ha un senso e siamo tenuti a ragionarne. Ma ha un senso solo se non si pongono limiti, quindi se si accetta un danno considerevole fra i consumatori. Se metto limiti, invece, lascio al mercato illecito il resto della domanda, avendola fatta crescere. Quello che mi colpisce, delle proposte come quelle firmate dai 218 parlamentari, è che sono illogiche nell’unica parte logica della legalizzazione.

E non è il solo errore. Il paragone con il tabacco e l’alcool non regge. Né per la concentrazione né per il tempo necessario a far insorgere la dipendenza (in presenza della quale, mettetela come vi pare, ma siamo alla tossicodipendenza, ovvero all’opposto della libertà). Capirei (dissentendo) se si decidesse di legalizzare e vendere prodotti controllati, al tempo stesso proibendo la coltivazione diffusa e fuori controllo. Ma qui vogliono fare il contrario! Ed è pericoloso perché quel che conta è la concentrazione di principio attivo, Thc, che se alta induce alterazioni pesanti e anche immediatamente rischiosissime. C’è qualcuno disposto a credere che chi autoproducesse quella bomba sarebbe poi disposto a fermarsi fino al raccolto successivo? Ho sentito favole più verosimili. La pericolosità, inoltre, non è solo nella sostanza in sé, ma in quel che le si chiede. L’acqua di fonte non è nociva di sicuro, ma immersi in una cisterna si annega. Se chiedo all’acqua di farmi sballare farò ridere tutti. Se lo chiedo alla boccata di uno spinello, per giunta simulandolo per non fare cattiva figura, non farò ridere nessuno, ma attirerò immantinente lo spacciatore. Un tempo prevalentemente di eroina, poi di cocaina, oggi di anfetamine. Senza che nulla sia uscito e sparito dal mercato, anzi convivendo in cocktail che inceneriscono la volontà, senza la quale l’intendere è solo un aggravante di disperazione.

In questo mondo, reale, le cose non stanno come se le figura chi è per la legalizzazione e pretende d’essere anche per il disincentivo al consumo. Ipocriti. E neanche come chi crede che proibire basti a cancellare. Illusi. Chi crede nella libertà è tenuto a credere nella responsabilità, altrimenti è solo un pallonaro narcisista. I teorizzatori della liberalizzazione fanno i conti con la responsabilità, sebbene in modo opposto a come li faccio io. I propositori di questi brodini insipidi, invece, si limitano a inseguire nella senilità quel che non ebbero fegato di fare in gioventù. Personaggi per letteratura mesta, o propagandisti cinici.

Pubblicato da Libero

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