In queste pagine si parte dalla realtà, con fatti e numeri, e si arriva alle ricette per cambiarla. Più che le divisioni politiche dovrebbe preoccupare l’uniformità di certi indirizzi. La scena è animata da spettacolari scontri, ma ribaltoni e incontri poi si realizzano perché la distanza è inferiore al chiasso delle zuffe. A scontrarsi e incontrarsi sono più le egolatrie che non le idee, producendo suggestioni destinate più a conservare che a risolvere i problemi, in una corsa cieca a fuggire dalla realtà. Dalla scuola alla giustizia, dalla sanità all’immigrazione, dalla demografia all’amministrazione, dall’ambiente al turismo, fino all’eterna arretratezza meridionale la stagnazione non è un destino, ma il frutto di quella fuga. Dell’ingannare e accudire anziché riprendere a correre. Uscirne si può. Occorre ragionare senza volere sempre solo affascinare con slogan. Se tanti sono presi in giro è perché vogliono essere presi in giro, sperando d’essere gli ultimi furbi a spartirsi quel che contribuiscono a distruggere. Essere e restituire LeAli all’Italia è possibile, concentrandosi su quel che può e deve essere fatto, non sull’ennesima favola ingannatrice e corruttrice.