Poche chiacchiere, quella cui assistiamo è la fine di una multinazionale italiana, la fine di Telecom Italia. Fine ingloriosa, perché caratterizzata da idee confuse ed ossessione per i debiti. Fine ingiusta, perché quell’azienda aveva tutte le carte in regola per giocare una partita globale. Non lasciatevi distrarre dai petardi di Borsa, o dalle fanfaluche sulla media company, guardate alla sostanza.
Come si sia potuti arrivare a questo punto è stato, da Libero, raccontato nel dettaglio, passo dopo passo, con precisione, ne Il Grande Intrigo. Ora guardiamo gli ultimi passaggi.
Alla fine del 2004 l’attuale dirigenza e proprietà di Telecom annunciarono la “stategica” decisione di incorporare Tim in Telecom. Al diluvio di parole sulla storica necessità d’integrare fisso e mobile ci opponemmo in pochi. Allora scrissi che l’operazione non aveva nulla di strategico, ma serviva solo a portare la cassa più vicino ai debiti. Oggi, gli stessi, prendono la “strategica” decisione di separare fisso e mobile, preparandosi a vendere il secondo. La ricchissima Tim non è riuscita a pagare i loro debiti, ed allora la vendono, sempre per quel motivo. I debiti, non dimentichiamolo, non hanno nulla a che vedere con gli investimenti dell’imprenditore, ma solo con i guasti di finanzieri spericolati che comperano senza mettere soldi propri, e mi riferisco a Colaninno, Gnutti e Consorte, prima, e Tronchetti Provera, Benetton, poi. Con la vendita di Tim sarà spezzata l’azienda nel suo mercato nazionale, mentre all’estero è già stata cancellata da una gestione dissennata. Basterà leggere le vicende brasiliane.
Persa la rete mobile, non resterà che cedere la fissa, magari allo stesso Stato che la vendette nel modo che sappiamo. Dopo di che nasce la media company, che, ad oggi, non ha una breccola di contenuto da vendere e tratta ancora per comprarli. Ma ci facciano il piacere!
Tutto quello che oggi si vende è stato pagato dagli italiani. Con le tasse e con le bollette hanno pagato le reti, con la protezione del mercato interno e il mantenimento alto delle tariffe hanno pagato il tentativo di far convivere debiti ed azienda. Visto che al governo, oggi, ci sono gli stessi che fecero questo capolavoro, gli stessi che favorirono la scorribanda dei finanzieri, sarebbe bene far due conti agli italiani.