Economia

Alitalia è già fallita

Alitalia è già fallita

Sul salvataggio di Alitalia si può girare attorno come e quanto pare, ma la sostanza è di immediata evidenza: la società è già virtualmente fallita, dopo essere stata tenuta artificialmente in vita a spese della collettività, dopo che sindacati e politica hanno rifiutato ogni possibile alternativa, nell’illusione che si potesse

reggere ancora uno squilibrio che data da molti anni. E’ vero che altri governi europei sono intervenuti per salvare propri campioni nazionali, quindi l’obiezione della Commissione è assai di maniera, ma quel che deve preoccuparci (come cittadini, risparmiatori e passeggeri) non è la polemica istituzionale con l’Europa, bensì la ragionevolezza di un piano che non riguarda solo una compagnia di bandiera, ma l’intero traffico aereo che gira sull’Italia. Altrimenti imiteremo i vizi e perderemo le virtù.
I sindacati non hanno difeso né l’azienda né i suoi lavoratori, ma una cogestione rovinosa che ha anteposto il perpetuarsi dei privilegi alla salubrità dei conti. I governi non hanno difeso gli interessi dell’Italia, tanto per quel che riguarda il turismo quanto per il trasporto delle merci, ma se stessi dall’affrontare un problema che, già da molto tempo, richiede scelte drastiche. Alitalia, insomma, è morta di un male italiano, di cui non ha certo l’esclusiva: il non governo. Quindi, non è esatto dire che il fallimento è l’alternativa alla nuova cordata ed alle condizioni che questa pone, perché, semmai, è già sostanzialmente avvenuto, ed ora si tratta solo di stabilire se vi sono le condizioni per non prenderne formalmente atto.
Se, per evitarlo, si scaricheranno oneri e lavoratori sullo Stato, vorrà dire che i cittadini continueranno a pagare i costi dell’inefficienza e gli italiani che volano lo faranno sempre più con altre compagnie e con altri aeroporti. Se, invece, si agisce nella consapevolezza del fallimento, quindi con la proprietà (lo Stato, in larga parte) che ne paga il prezzo, valorizzando però i beni che si cedono a nuovi protagonisti, i quali rischiano denari propri e sono liberi di amministrarla come credono e di allearsi con chi gli pare, allora avremo salvato un marchio, rinunciando, saggiamente, a tutto il resto. Quelle che leggo sono chiacchiere, di gente che s’affanna a tentare di nascondere, anche a sé, la realtà.

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