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Più che il salvataggio di Alitalia, mi pare il salvataggio della Cgil. Era riuscita, miracolosamente, a mettersi nella condizione di prendersi tutte le responsabilità. Le è stata consentita la precipitosa marcia indietro. Hanno pesato, e non poco, le spaccature interne alla sinistra, peseranno quelle interne alla Cgil, acuite dall’aver

dovuto sedere allo stesso tavolo con l’Ugl, dimostratasi anche più lungimirante. Vedrete che questa roba non sarà senza conseguenze.
Dopo settimane in cui Alitalia è stato il tema principale, qualcuno si accorgerà che c’è un problema assai più grande: Telecom Italia. I lavoratori da mandare via sono quattro o cinque volte quelli di Alitalia, il debito enorme, i guadagni decrescenti, la proprietà instabile ed il piano industriale, quindi una visione strategica dell’avvenire, resta una promessa. Per “salvare” Alitalia, visto che il proprietario era ancora lo Stato, si possono prendere i debiti in carico al contribuente e lasciare che dei privati provino a far funzionare la parte operativa della società. Non è bello, ma si fa. Telecom, invece, è già stata privatizzata, in modo inverecondo, e non è verosimile che per “salvarla” lo Stato si riprenda ora i debiti, che all’epoca della privatizzazione neanche esistevano. Far entrare, in misura determinate, fondi sovrani, del resto, è il contrario della pretesa italianità. E’ vero che la libica Lafico, nel 1975, entrò in Fiat, senza che per questo ne sia cambiata la nazionalità, ma è anche vero che allora esisteva la Mediobanca di Cuccia, che garantì l’operazione e la successiva uscita, e che gli Agnelli furono da lui commissariati. Non c’è più nulla di simile, oggi.
Alierta, amministratore di Telefonica, è in grave difficoltà quando, in Spagna, gli chiedono conto di un’operazione costosa e che non ha reso nulla. Tutte ragioni che spingono verso la rottura di un falso equilibrio, anche se fanno tutti finta che non sia vero. Per questo è piuttosto surreale il gran putiferio su Alitalia, già fallita da dieci anni, mentre si tace su un tema assai più grave. Anche perché le linee di telecomunicazione hanno valore strategico e di sicurezza, in un Paese, mentre la nazionalità di chi mi porta da Milano a Catania assai meno. Sarebbe comico, alla fine, se si dovesse chiedere consigli a Rovati.

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