Economia

Cretinata digitale

Cretinata digitale

Gli stampatori di libri scolastici tornano alla carica, chiedendo che dalla conversione del decreto “crescita” sia esclusa l’immediata adozione dei testi digitali, rimandando tutto al 2014-2015. Sarebbe un errore colossale, oltre che l’ennesimo cedimento a interessi ridicoli e secondari, sacrificando quelli generali. Sarebbe un modo per sottrarre denari alle famiglie, destinandoli ad attività che non solo non cresceranno, ma dovranno chiudere.

Le scuse accampate sono patetiche. Per preparare i testi, dicono gli stampatori (che non possono essere nobilitati al ruolo di “editori”, anche quando ne hanno il rango in altri settori), ci vuole molto tempo. Vero, ma: a. i testi scolastici dovrebbero essere digitali già da un paio di anni, e solo la loro forza lobbistica, nonché l’incuranza e l’incoscienza dei governanti, ha reso possibili vergognose proroghe; b. posto che erano avverti, assai per tempo, i testi sono comunque già preparati o in via di preparazione, sicché si risparmia il tempo della stampa. Con la digitalizzazione il tempo necessario diminuisce, non aumenta.

Seconda scusa: nel conto si deve mettere l’acquisto dei lettori digitali, da parte delle famiglie. E chi lo ha detto? Qui abbiamo ripetutamente illustrato, entrando anche nel dettaglio economico, un diverso modello di business: i lettori sono in comodato, a ciascuno studente costano assai meno dei libri che ora è costretto ad acquistare, con il vantaggio di far crescere un interessante mercato dell’assistenza e del backup. Meno soldi spesi, più ricchezza del sapere, spostandola da attività che vanno a morire ad attività che crescono.

Il tutto senza considerare che la piattaforma per la didattica digitale è già disponibile e non comporta oneri aggiuntivi, il che consente di tagliare la spesa aumentando la qualità. E senza dimenticare che quella piattaforma offre ai docenti la straordinaria opportunità di far vedere il loro valore, introducendo sana meritocrazia fra le cattedre. Insomma, una rivoluzione positiva di cui non si vede un solo aspetto negativo. Salvo che non si stia facendo quadrare i propri bilanci con la rendita di posizione dovuta alla stampa e alla distribuzione di tonnellate di pagine inutili.

E, per favore, si evitino discorsi scemi, del tipo che i ragazzi non devono essere piegati al digitale, visto che, semmai, il problema è quello di far cogliere loro il lato utile e non solo ludico. Né si dica che la digitalizzazione è nemica dei libri, perché scrivo da librofilo, immerso nei libri e incapace di vivere senza. I “libri”, però, non quella roba rilegata, che ogni anno cambia solo la numerazione degli esercizi.

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