Economia

Decreto e mercati

Decreto e mercati

Il decreto Bersani, impropriamente detto delle liberalizzazioni, contiene (forse è meglio dire conteneva) anche una riforma dell’Iva sugli immobili, rendendola, in certe condizioni, indeducibile e, pertanto, facendola divenire un costo. Per giunta tale misura aveva effetto retroattivo, cambiando così il valore di transazioni già concluse da tempo.

Per chi si fosse distratto, ricordo che i decreti legge hanno immediata validità ed efficacia, ed uno degli effetti di tale norma è stato il crollo, in Borsa, dei valori relativi alle società immobiliari. A questo si aggiunga che la Consob ha chiesto alle società interessate di calcolare e rendere pubblica l’incidenza della norma sui loro patrimoni e bilanci, ottenendo in risposta la dichiarazione d’impossibilità a procedere in tempi troppo stretti. Un caos, insomma.

Nel mentre tutto questo succede, però, il governo fa sapere che quello specifico aspetto (come quasi tutti gli altri) sarà rivisto, e corre voce che la modifica del regime Iva non sarà più retroattiva. A questo punto conta poco e nulla esprimersi a favore o contro la riforma annunciata o quella già revisionata, quel che conta è che con lo strumento del decreto legge si incide realmente sul mercato, si cambia il corso delle cose, si provocano conseguenze in Borsa, salvo poi stabilire che quel decreto non sarà mai convertito perché chi lo ha presentato si è accorto che sarebbe stato meglio scriverci cose diverse. E’, questa, una cosa di enorme gravità, si tratta di una condotta che se fosse adottata da un privato cittadino avrebbe profili penali rilevanti.

Io sono fra quanti non si sono scandalizzati per l’uso di quello strumento legislativo, e pur vedendone i limiti, comunque non mi dispiaceva il decreto Bersani, mi pareva si dovesse chiedere di più, e non di meno. Ma quello che poi è successo è davvero imbarazzante, ed è probabile che ancora ne vedremo delle belle, a cominciare dal settore assicurativo.

Alla fine sembra proprio che Bersani abbia azzeccato il personale spot delle liberalizzazioni, però non solo le liberalizzazioni non ci sono, ma addirittura è un finto decreto, mutante in corso d’opera, che scombussola i mercati ed agita opposizioni corporative cui pure si dà soddisfazione. Il trionfo dello statalismo, ma nella sua versione alticcia.

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