L’Euro non vive momenti di gloria e, nel pieno dell’estate, ciò potrebbe portare qualche americana in più nella nostra vecchia Europa. Speriamo siano giovani, le americane.
I biglietti verdi, invece, non hanno età, si muovono con agilità, ed il sistema delle comunicazioni europee è una preda ghiotta. A completare il quadro vi è il fatto che la sinistra europea, redenta dalle molte fumisterie della pianificazione economica, si candida a dar lezioni di liberismo ad Adam Smith (il quale, pochi lo ricordano, faceva il commissario alle dogane, con il compito di ostacolare le importazioni in arrivo dalla Scozia).
La privatizzazione di British Telecom è stata voluta e condotta dalla Lady di ferro, che di sinistra non aveva neanche la mano diversa dalla destra, e che impegnò tutto il suo peso politico per mantenere la compagnia telefonica saldamente in mano inglese. L’Oftel, ovvero l’Autorità inglese, si adoperò, poi, perché altri inglesi fossero i protagonisti della concorrenza a BT.
Nell’Europa continentale, invece, si è resistito finché si è potuto con lo statalismo ed il monopolio, e si è cambiata musica solo quando non se ne poteva fare a meno, pena la violazione dell’impianto istituzionale dell’Unione Europea. Così, come quando si scoprono in tarda età i piaceri dell’alcova, è capitato che certi paesi siano divenuti forsennati praticanti di ciò che avevano avversato. Il che nuoce alla salute.
Se si guarda, oggi, allo scenario europeo ci si accorge che due giganti soffrono di grande debolezza : Telecom Italia e Deutsche Telekom. La prima è priva di alleanze internazionali ed è scalabile; la seconda è altrettanto sprovvista di proiezione esterna, ed è in corso di privatizzazione. L’idea di mettere assieme le due debolezze venne a Franco Bernabè, nel pieno dell’Opa Olivetti, ma non è da escludersi che venga praticata dai suoi avversari di allora. Comunque sia, i due giganti deboli sono lì, e se si mettono assieme possono essere un solo boccone.
Dagli Stati Uniti, intanto, continuano ad affluire capitali che chiedono di essere impiegati nel settore delle comunicazioni. Naturalmente attaccare (o concordare la resa) i giganti richiede capitali giganteschi. Ma ci pare di vedere, dall’altra parte dell’Atlantico, chi di quei capitali dispone e che sente forte il bisogno di allargare il proprio fatturato e la propria influenza entrando prepotentemente nel mercato delle telecomunicazioni. Farlo negli Stati Uniti potrebbe essere complicato, anche perché, forse per un residuo di socialismo reale, negli USA sono forti ed occhiute, e niente affatto ben disposte, le autorità antitrust. Nell’Europa del socialismo irreale le cose potrebbero andare diversamente, e chi ha comperato i codici leonardeschi può ricordarsi di averlo fatto per telefono.