Economia

Fenomenologia dell’oroscopo

Fenomenologia dell'oroscopo

C’è sapienza antica, nei vaticini e negli annunci di Matteo Renzi. C’è la grande scuola degli oroscopi. Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, sembra, invece, il direttore che li pubblica, un po’ vergognandosene.

Gli scrutatori zodiacali conoscono i loro polli, sicché sanno aggiungere pizzichi di timore a melasse di speranza: le cose andranno bene, ma occhio a Papalla, non si sa mai. Se l’oroscopo volge al tenebroso e le cose vanno effettivamente male, il pollo troverà nelle stelle la ragione del proprio inciampo, se le cose, invece, vanno bene, il pollo si compiacerà di avere battuto la sorte. Ove l’oroscopo sia radioso, invece, se ne trae incoraggiamento, salvo scordarsene quando si prendono mazzate, puntando a quello del giorno, della settimana, del mese o dell’anno appresso.

L’oroscopo dell’economia italiana era, a inizio anno, favoloso: grande congiunzione astrale, con il convergere del calare dei tassi d’interesse, quindi il costo del debito pubblico, lo svalutarsi dell’euro, di buon auspicio per le esportazioni, il basso prezzo del petrolio, sciroppo per la produzione. Ora o mai più, quindi. Nel corso d’anno altre rivelazioni giunsero dalle stelle: che grandioso 2015, con l’Expo che può portare un punto di prodotto interno lordo. L’apoteosi fu nell’accorgersi che c’era anche il regalo papale: il giubileo prenderà il testimone dell’Expo, lanciandoci verso magnifiche sorti e progressive. Tutto falso? No, tutto vero: calati i tassi d’interesse, deprezzato l’euro, basso il petrolio, l’Expo è in corso e il giubileo arriva. Quel che non arriva è la crescita del pil. Del giubileo, adesso, si discute come costo. Chi lo paga?

Ciò accade perché, al di là delle chiacchiere, qui non s’è mosso un accidente. Non sono fra i detrattori della riforma del lavoro, ma leggerci la ripresa e la “stabilizzazione” è da chiromanti imbroglioni. Ammesso ne esistano di diversa specie. Quegli elementi favorevoli ci sono effettivamente, se il risultato è patetico, restando inchiodati a meno della metà della crescita dell’eurozona, è segno che il soggetto in questione ha fatto una sola cosa: leggere e decantare l’oroscopo. Oramai siamo nella parte finale dell’anno, in tempo per osservare che la grande occasione, la straordinaria congiunzione astrale, è andata sprecata.

In compenso si stia preparando l’edizione 2016, che prevede Giove corrusco ma Venere allegrotta, sicché si toglieranno le tasse. A tutti. Peccato non si sia colta la suggestione di Lucio Dalla: “sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno”. Il che, sia chiaro, mi va benissimo. Evviva. Se fosse vero. La realtà, però, è che un debito impressionante come quello italiano si regge solo se la crescita è più vivace di quella altrui, comunque non sotto al 2%. Percentuale che neanche i cartomanti imbriachi suppongono possibile (lo sarebbe, se si relegasse il passato in un museo), anche perché il satanismo fiscale si mangia la libertà nei consumi e fa crescere la paura, con conseguente tiro della cinghia. Che le tasse scendano, dice l’oroscopista. Concordo, ma per farle scendere, durante una crescita interna inferiore a quella indotta dai fattori esterni, occorre tagliare la spesa improduttiva più di quanto non si taglino le entrate, in modo da ricavare qualche tallero per stimolare gli investimenti. Padoan lo ha ripetuto anche ieri, ma, non sembri scortese ricordarlo, è a loro che tocca farlo. Dirlo, in modo generico, dopo avere accettato di assumere 160mila insegnanti, che manco stanno dove servono, è inutile chiacchiericcio. Se ci fossero ancora cattedre di economia e ragioneria, in Italia, forse qualcuno ne farebbe un manifestino, se non altro a tutela degli studenti, che non suppongano più credibile l’oroscopista dell’economista.

Qui, invece, i tagli son quelli dei vestiti. Cangianti a seconda della moda. Quindi tutto il succedersi d’oroscopi splendenti e pratiche dilapidanti si produce in un solo aumento: quello del deficit, che si riflette in crescita del debito. Come dire a un alcolista: devi smettere di bere, così ti uccidi, viene con me al bar, che davanti a un buon burbon te lo spiego meglio.

Il Renzi delle leopolde m’intrigava. Finalmente una sinistra con i piedi per terra, non alticcia d’ideologie. Il Renzi che promise il pagamento dei debiti pubblici verso fornitori mi piacque, perché era possibile, anche usando la garanzia della Cassa depositi e prestiti. Egolatrico, ma chi se ne importava. Il risultato, però, è teste e lische. Con la Cdp ci vogliono rifare la Gepi e l’ideologia l’hanno sostituita con l’oroscopo. Nulla da dire, su chi ci arrangia la vita, scrivendoli. Son quelli che li leggono e ci credono a preoccuparmi.

Pubblicato da Libero

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