Economia

Godot dei mercati

Godot dei mercati

Quel che meno di un anno fa destava grande allarme, frammisto a terrore, ora lo si vive come normale. Il grande pubblico s’è stancato degli allarmi sullo spread, mentre l’urgenza di un tempo s’è trasformata in attesa di un inesistente Godot dei mercati. Ogni tanto si racconta la favola del lieto fine, della trovata che tutto placa e risolve, ma poi le cose tornano al punto di prima. E ci tornano per una ragione semplice: quel che si fa, quando lo si fa, serve solo a guadagnare tempo, non a risolvere il problema. Salvo che guadagnando tempo si perde denaro. Noi proviamo a dirlo quando tutti sorridono ebeti, sicché c’incaponiamo a ripeterlo non appena prende piede un’ingiustificata delusione.

In sede europea s’è stabilito: a. l’euro è irreversibile, indietro non si torna; b. l’area dell’euro non è riducibile, chi è dentro non esce. Due cose assai sagge, salvo un dettaglio: non si fa quel che si deve per renderle effettive. Anzi, si fa l’opposto, perché fin qui le politiche adottate sono servite a impoverire chi era nei guai e arricchire chi, non avendone, accedeva al credito a un tasso più basso. Se non addirittura gratis. Lo scontro a base di tassi d’interesse, lo abbiamo scritto e riscritto, aveva i contorni di una guerra. Ma certe politiche hanno il volto di un trattato di pace imposto agli sconfitti, che manco hanno combattuto.

La Grecia non uscirà dalla condizione in cui si trova, può solo sprofondare. Salvo l’Unione monetaria spostare più in basso il fondo, di modo che si possa sostenere che non lo hanno toccato. Ma che cambia? La Spagna dovrà chiedere gli aiuti, che non vuole e che allontana come una medicina amarissima, pagando in termini di sovranità e tenuta istituzionale interna. Quando la Spagna sarà caduta, si conosceranno le condizioni cui dovrà sottostare anche l’Italia, che troverà più difficile allontanare il calice. Nel frattempo lo spread può andare su e giù, ma solo perché la Banca centrale esercita supplenza rispetto a un governo europeo inesistente. Nella sostanza non cambia molto.

Per arrivare fino alle elezioni tedesche, nella prossima primavera, consentendo a un solo capo di governo di gestire la propria campagna elettorale, si devasteranno economie e democrazie. Un prezzo molto alto.

A casa nostra, però, ci si occupa di altro e, ancora una volta, il comportamento inverecondo di una classe dirigente inadeguata illude il popolo che fustigati e sanati quei costumi si possa riprendere come prima. Il che non solo è escluso, ma stiamo perdendo tempo prezioso. Che costa. Dovendo scegliere fra bifolchi che si arricchiscono e professori che c’impoveriscono gli italiani non sanno se reclamare contropartite dai primi o affidarsi alla diligenza dei secondi. I cinici prenderanno la prima strada, i moralisti la seconda. Entrambi andranno alla perdizione.

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