Economia

I banchieri centrali non esistono più

I banchieri centrali non esistono più

Se il problema Fazio riguardasse solo Antonio Fazio, le sue forze e le sue debolezze, lo si potrebbe osservare con maggiore indulgenza e minore interesse. Ma, sempre di più, giorno dopo giorno, senza che s’arrivi ad una soluzione, quel problema diventa rivelatore di quanto profonda sia l’insufficienza di un intero mondo politico. E’ il riassunto dell’inarrestabile declino di una classe dirigente.

Capi partito e capi bastone, da una parte e dall’altra, si scontrano, si sfidano, s’attaccano, al parapiglia partecipano presunti industriali ed immaginifici nuovi capitani del soldo, tutti come se si stesse parlando del governatore della Banca d’Italia in quanto banchiere centrale italiano. Ma si sono accorti che quel ruolo non esiste più? Certo, il governatore è ancora lì, ed è ancora Fazio, ma non ha più la funzione che ebbero i suoi predecessori, per la semplice ragione che non esiste più la Lira, non esistono i cambi, non si può fissare il tasso di sconto. Il problema politico vero e serio, quindi, è che nelle tasche degli italiani, così come in quelle di gran parte dei cittadini europei, si trova una moneta che non è più governata come un tempo, ma non si sa bene da chi e come sia governata. Una politica che sappia governare il presente e guardare al futuro concentrerebbe la propria attenzione sulla Banca Centrale Europea e sulle insufficienze istituzionali che rendono l’Euro una mezza valuta. Ne farebbe un argomento della propria politica estera.

Una politica che guardi al futuro non starebbe lì a cincischiarsi con un non concetto, che è quello dell'”italianità”, ma esporrebbe idee sulle nostre convenienze internazionali. Una politica che ha alle spalle le peggiori privatizzazioni ed i più grandi regali ai finanzieri internazionali, proverebbe ad immaginare come attrarre investitori stranieri e come aiutare i nostri a sbarcare nei mercati più promettenti, guardandosi bene dall’invidiare (come qualche matto invidia) la sincera chiusura statalista di un agonizzante mondo politico francese.

Invece tutti a parlare di Fazio, animando una politica che tenta di regolare i conti del passato. Ma vi pare possibile che al governo ci sia chi sostiene che il discrimine politico passa attraverso la creazione di una “banca del nord”? che non so neanche cosa significa. E vi pare possibile che dall’opposizione si chiedano a gran voce le dimissioni di Fazio, mentre gli stessi lo difendevano, dipingendolo come vate dell’italica economia, quando era il ministro dell’economia ad insidiarne l’anacronistica autocrazia? Ma che mondo politico è quello che cambia posizioni a seconda della stagione, accampando “novità” o “emergenze” che vedeno solo loro? Che mondo è quello in cui la riflessione sugli interessi nazionali ruota attorno ad una sentenza del Tar?

Diciamolo chiaramente: Fazio è finito. Il punto è: con lui finisce anche quel che resta della Banca d’Italia o no? Perso il governo della moneta, in via Nazionale sono rimasti i poteri di vigilanza e quelli relativi all’antitrust. Sommati assieme in uno stesso luogo, anzi, in una stessa persona. Questi due poteri sono stati mal esercitati e, con il tempo, finiranno con lo sparire. Per evitarlo c’è il solo modo che su quella sedia s’accomodi un meccanismo autorevole e serio. E che lo si faccia in fretta. Il resto son chiacchiere, perse al vento.

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