Economia

I dati nascosti del Fondo Monetario

I dati nascosti del Fondo Monetario

I dati del Fondo Monetario Internazionale sono stati accolti trionfalmente, con le testate on line che strillavano la “promozione dell’Italia”, secondo il solito copione provinciale, poi, mano a mano che li si leggeva, sono scivolati nella pagine interne e talora cancellati. Quei numeri suonano male, per l’Italia.

Nel 2007 le cose sono andate bene, per il nostro prodotto interno, con un incremento dell’1,8 per cento. Quel dato, però, non dice nulla se non comparato, e qui sono dolori, perché l’Eurozona cresce più degli Usa e si attesta sul 2,3, ma l’Italia è l’ultima in classifica, a pari merito con la Germania. E mentre per quest’ultima si prevede un 2008 di crescita, il nostro anno prossimo reca il segno del rallentamento. Messi assieme, dunque, questi dati dicono che la distanza fra l’Italia ed i Paesi direttamente concorrenti cresce, assieme al nostro svantaggio ed alla perdita di quote di mercato internazionale. Il tutto senza scomodare i tassi da capogiro della Cina, della Russia o dell’India. Stiamo scivolando e perdendo posizioni, mentre da soli ci prendiamo in giro raccontandoci che le cose vanno bene e la produzione cresce.
Gli svantaggi competitivi dell’Italia sono i suoi difetti strutturali, a cominciare dal suo mercato chiuso che consente fenomeni di speculazione e rendita per poi risolversi in grave impoverimento collettivo. Telecom Italia docet. Lo svantaggio più evidente è un debito pubblico superiore al prodotto di un anno, per pagare i cui oneri ci sveniamo e ci sveneremo sempre di più. Sui dolori gettiamo l’oppio di una ripresa interna spinta da ragioni congiunturali e dalla vivacità dei mercati mondiali, talché ancora nei primi mesi di quest’anno il gettito fiscale (sempre in prevalenza societario) aumenta. La miscela inebetisce la politica che ritiene sia giunto il momento di ridistribuire la torta, di far contenti e fessi gli elettori, dimenticando un debito che rischia di schiantare tutto. Da qui la corsa a consumare il “tesoretto”, a far crescere la spesa pubblica, a concedere aumenti di stipendio in cambio di niente. Tutti comportamenti irresponsabili che provocano danni immediati, falsando la percezione della realtà. Così si nascondo i dati per prolungare la festa e l’illusione, in un Paese dove si vota sempre e non si governa mai.

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