Vedo che si parla di una rete Rai, la terza, per la precisione, senza pubblicità. Osservo con divertita attenzione. Vedo che gli esponenti della sinistra la prendono in seria considerazione, anzi, la propongono. Una novità, come si dice, su cui confrontarsi.
Si confrontino, per carità. Ma non si tratta di una novità. Quella proposta, difatti, fu formalmente avanzata alla fine del 1987, dall’allora ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni. La proposta, allora, era un po’ più precisa ed articolata : alla Rai tre reti, di cui una senza pubblicità; ai privati due reti massimo, più la possibilità di partecipare ad imprese di televisione a pagamento.
Fu rigettata, allora, la proposta, con sdegno. I privati, per la verità, protestarono flebilmente, giacché bastò aspettare il veto che veniva dal partito-Rai. L’allora responsabile comunista del settore, l’on. Walter Veltroni, disse che si trattava di una assoluta follia, dato che una televisione senza pubblicità non poteva dirsi una televisione.
Mi si faccia la cortesia di non dire che non è vero, dato che esistono le cronache dell’epoca. Ed allora la posizione della sinistra non fu di facile comprensione, o, meglio, si capì soltanto che intendevano difendere, con le unghie e con i denti, la rete che la lottizzazione aveva assegnato al Partito Comunista Italiano, il futuro PDS.
Adesso pare sia giunta l’ora di discuterne. Che bello, che tempestività. Non sarà perché, nel frattempo, la sinistra di ieri ha messo le mani su tutta intera la Rai?
Nessuno risponderà a questa domanda, e nessuno vorrà fare i conti con l’opposta posizione di ieri. Ci si limiterà a fare spallucce, magari ricordando che chi la sostenne ieri, e chi scrive oggi, ha, proprio per le questioni televisive, dei conti in sospeso con la giustizia. Conti che, per quel che mi riguarda, affronto (spero presto, dato che sono già passati anni) con assoluta tranquillità e certezza granitica sulla totale regolarità dell’operato.
Per il resto, lo ripeto, è bello vedere che la veemenza di ieri si è trasformata nella convergenza di oggi.