Economia

La Cortina fiscale

La Cortina fiscale

A Cortina d’Ampezzo il 79% ha votato per traslocare il comune dalla provincia di Belluno a quella di Bolzano, dalla Regione Veneto al Trentino Alto Adige. Le chiacchiere culturali, linguistiche o ambientali non c’entrano nulla, la ragione del voto è più semplice: si pagano meno tasse e ci sono più soldi pubblici.

In pratica siamo riusciti a toccare l’empireo della demenza, mettendo in atto una concorrenza fiscale interna che non ci porta un tallero dall’estero. Mentre sarebbe saggio avere aree di vantaggio fiscale, talché si riproducano fenomeni come quello irlandese e si attirino investimenti dall’estero, noi riusciamo a spartirci i soldi degli italiani in modo così irrazionale da far dei referendum per cambiare ai comuni provincia e regione.
Ora, poniamo per ipotesi che vi sia del giusto e del razionale nel referendum ampezzano: in questo caso anche altri decideranno di fare la stessa cosa, raggiungendo i vicini che pagano meno e ricevono più soldi dallo Stato, per il tramite della regione. Così procedendo i confini del Trentino Alto Adige si estenderebbero sempre di più, fino al sogno unitario di ricomprendere l’intera Italia. A quel punto, però, i conti si pareggerebbero, e riunendo sotto la medesima amministrazione chi paga e chi incassa non ci sarebbe più motivo di volere far parte di quella provincia, avviandosi, pertanto, il rinculo disgregativo. Tale paradosso serve a dimostrare una cosa: se i residenti a Cortina vogliono diventar bolzanini è perché a star fuori da quel privilegio ci si perde, dal che deriva che gli italiani tutti stanno pagando troppo per favorire le province autonome di Trento e Bolzano.
L’espressione “federalismo fiscale” non mi piace, anche perché l’ultimo federalismo interessante mi pare sia stato quello di Carlo Cattaneo. Ma non ne faccio una questione nominalistica: la pressione fiscale statale deve essere ridotta drasticamente, come devono essere ridotti i trasferimenti dello Stato agli enti locali, a quel punto ciascuno tasserà i cittadini residenti in ragione di programmi e lavori che gli stessi potranno vedere ed utilizzare. Il sindaco che tassa troppo per i botti del patrono andrà a casa, o a farsi benedire. Il taglio dei trasferiementi eviterà sprechi ed il perpetuarsi di privilegi, come quello di Bolzano. L’imposizione fiscale locale renderà maggiormente verificabile il nesso fra quel che si paga e quel che si ottiene. A Cortina, a quel punto, potranno decidere quel che fare e quanto pagare, senza per questo partecipare al ridicolo sport del cambio di provincia.

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