Economia

Lavoratori ed imprenditori più poveri

Lavoratori ed imprenditori più poveri

La faccenda del Tfr (Trattamento fine rapporto) è brutta, prima di tutto perché si crede sia solo per esperti. Le cose stanno così: con la finanziaria dei 1365 commi si tolgono soldi alle aziende, si tolgono soldi ai lavoratori e li si consegna al sistema delle pensioni.

Si tutelano gli interessi dei pensionati d’oggi, colpendo quelli del sistema produttivo e dei pensionati di domani, che sono i lavoratori d’oggi. Se questo fosse un po’ più chiaro ci sarebbero meno persone disposte a far spallucce e pensare ad altro.

L’avere distinto, ancora una volta, le aziende italiane secondo le categorie di micro, piccole, medie e grandi, perpetua la maledizione secondo cui è meglio restare minuscoli. Mentre, nei mercati che funzionano, le aziende cercano di crescere, da noi conviene restare nani. Se proprio non si può fare a meno di aumentare addetti e sedi produttive, allora si creano scatole nuove, in modo che siano tutte piccoline. Un sistema fiscale e previdenziale saggio spingerebbe in direzione esattamente opposta.

Il Tfr, fin qui, era un prestito forzoso dei lavoratori all’azienda. Quei soldi erano iscritti al passivo, perché erano un debito, ma restavano liquidità disponibile (ben remunerata, perché del tutto sicura). Per crescere si deve investire, ma le decisioni del governo tolgono risorse agli investimenti. Infatti, non ci sono solo i limiti di Basilea 2 per le aziende (giustamente richiamati da Antonelli), ma anche i rating per le banche, ciò significa che non converrà metter fuori uno stock di 5-6 miliardi in più di affidi, destinati a coprire le minori disponibilità per mancanza di Tfr, con una conseguenza: quei soldi verranno presi dagli affidi esistenti, diminuendo la liquidità per investimenti. Il sistema produttivo s’impoverisce per trasferire ricchezza alle pensioni odierne.

Ai lavoratori va anche peggio, perché prima il Tfr era un reddito differito. Se accumulato era ben remunerato e se, invece, fosse stato necessario attingervi questo non avrebbe minimamente pregiudicato la pensione. Oggi, invece, quei soldi diventano parte integrante della rendita, e se ci fosse necessità di utilizzarli ciò diminuirebbe la pensione futura, già resa più bassa dal nuovo sistema. Il vecchio Tfr poteva essere superato, ma incentivando i fondi pensione, senza i quali le riforme diventano mero impoverimento futuro. Invece il governo punta proprio sul fallimento dei fondi ed iscrive nelle proprie disponibilità quel che dovrebbe essere in quelle del lavoratore.

Ripeto: l’Italia produttiva s’impoverisce per arricchire l’unico interesse sindacalmente tutelato, ovvero quello dell’odierno sistema pensionistico. L’interesse dei lavoratori da una parte, quello dei sindacati e del governo dall’altra. Brutto da vedersi, peggio da tacersi.

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