Economia

Lavoro e ricchezza

Giacalone editoriale lavoro ri

Che l’occupazione cresca è un fatto certamente positivo. Comprensibile e giustificato che chi governa ne meni vanto. Ciò non toglie che si ha il dovere di guardare dentro e oltre quella crescita.

513mila occupati in più, nel 2024, sono una buona cosa. Avere aggiornato il record del tasso di occupazione (quanti lavorano fra chi può farlo) è ancora meglio. Ma guardiamo la realtà: il nostro tasso di occupazione è cresciuto al 62,8%; ma quello dell’Unione Europea (noi compresi, che abbassiamo la media) è al 75,9%; quello della area dell’euro è al 70,8%; la Germania si colloca al 77,4%. Continuiamo a lavorare in troppo pochi. Un dato consolidato che va rivoluzionato, non ignorato.

Se l’occupazione cresce e il Pil non altrettanto – gli stessi dati Istat fissano la crescita 2024 allo 0,7%, che se destagionalizzato diventa un misero 0,5% – è segno che i posti di lavoro creati sono a basso valore aggiunto. Quindi a basso salario.

Si festeggi, ma senza perdere il senso della realtà. Che va cambiata.

Davide Giacalone, La Ragione 6 marzo 2025

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