Economia

Masochismo atomico

Masochismo atomico

Masochismo nucleare, carrierismo atomico, trasformismo radioattivo. I vizi nazionali si danno convegno, quando si parla d’energia. Dopo ventitude anni dai referendum demagogici, che, comunque, non riguardavano l’energia nucleare, ma le modalità per la scelta dei siti, dopo che una classe politica sciagurata e non innocente chiuse il nucleare italiano, impoverendoci per comperare l’energia elettrica prodotta dalle centrali francesi, ad uno sputo dopo il confine, il Parlamento ha riaperto la via all’atomo. Diciamo che, se va alla grande, la prima pietra si posa entro quattro anni e la prima lampadina s’accende fra dodici o quindici.
Ventidue anni fa eravamo all’avanguardia nei sistemi di sicurezza. Quaranta anni fa eravamo i terzi produttori mondiali. Abbiamo cancellato tutto. Per immortalare l’ignominia abbiamo prodotto anche mostri, come quei leader della campagna antinuclearista che sono andati a far carriera nelle imprese statali. Il pentitismo, anche in questo, è la mendace ipocrisia che consente di non fare i conti con la storia. Un nome? Chicco Testa: da Legambiente all’antinuclearismo, dal Pci al Parlamento, da qui alla vicepresidenza dell’Enel. Ora ci spiega l’utilità del nucleare. Una domanda, signor rampicante: quanto sono costate, agli italiani, le cavolate da lei dette e fatte?
Scempiaggini consolidate, perché certi presidenti regionali s’affannano, ancora oggi, a dire: mai il nucleare, dalle mie parti. Dovrebbero essere allontanati, a furor di popolo. Perché ospitare una centrale è sicuro ed è conveniente, ed è grave rinunciarci solo per favorire il protagonismo senza protagonisti di certi dichiaranti seriali.
Il tragico, e colpevole, vuoto nucleare non potrà essere colmato. Ripartiamo da ultimi, e tali resteremo. Nel frattempo riusciamo ad accumulare rallentamenti anche nella produzione d’energia da fonti rinnovabili, trovandoci miracolosamente dietro ai tedeschi nello sfruttamento del sole, ed avendo già consegnato loro un vantaggio nella tecnologia relativa. Fossi governatore, in una regione del Sud, direi: una centrale nucleare la mettete da me, in cambio voglio tariffe agevolate, investimenti infrastrutturali e favoritismo fiscale per la produzione di pannelli solari e pale eoliche. Così vediamo chi ride, e non sarà l’ebete sole dei falsi ecologisti.

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