Economia

Mediacom e Teleset

Mediacom e Teleset

Non c’è proprio verso di ragionar di politica pensando agli interessi nazionali, alle esigenze di un sistema Paese che perde colpi e ruolo internazionale. Fedele Confalonieri ha detto: un’alleanza fra Mediaset e Telecom avrebbe senso, ma nessun governo ce la consentirebbe. Sono vere entrambe le cose, talché egli

ha, in poche parole, schizzato il ritratto, anzi, trattandosi di musicista, fissato sullo spartito l’incalzante ritmo di uno scontro senza senso. Alla moda del Prokofiev in Giulietta e Romeo. Nessuno lo consentirebbe, perché Mediaset fa capo a Berlusconi. Per questo, gli stessi che non lo consentirebbero, s’acconciano a vedere Telecom periodicamente razziata ed abbandonata alla deriva, facendo marameo alle leggi ed agli interessi italiani.
Invece, premesso che le strategie delle società private le fa chi le amministra e le giudica il mercato, se ci fosse una politica industriale si terrebbero in conto elementi del tutto diversi. Telecom era una multinazionale ed è ridotta a difendere il ruolo dominante nel proprio mercato nazionale. Non ha strategia internazionale, se non quella di farsi comperare da chi, come Telefonica, ha, negli stessi anni, fatto il percorso esattamente inverso. Mediaset ha una solida posizione nazionale, ma è un nano nella competizione internazionale. Giustamente è stata indirizzata a rafforzarsi nella produzione di contenuti. L’Italia ha un grave deficit di digitalizzazione, con le telecomunicazioni che non si sviluppano ed aprono alla competizione e le televisioni lanciate sul binario monco del digitale terrestre. I governi (tutti) che si oppongono alle alleanze finiscono con il favorire Teleset, vale a dire la versione conservativa del mercato interno, la convergenza nell’immobilismo. Mentre sarebbe interesse collettivo la nascita di Mediacom, che porterebbe più digitale (tutto il digitale), un modello di business esportabile e la speranza che la parentela spagnola significhi un’espansione in quell’America Latina che si sviluppa alla grande.
Ed il conflitto d’interessi? Inteso nel senso del favore al Berlusconi politico, si avvia verso la conclusione, senza essere stato risolto. La nuova vittoria non avrà repliche elettorali. Inteso come favore all’azienda, ora come per le più recenti leggi, si tradurrà nell’esatto contrario.

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