Economia

Meglio tardi che mai

Meglio tardi che mai

Il tempo è galantuomo, anche se non tutti quelli che ci vivono lo sono.

Così, nel mentre il dottor Romiti reclama uno spazio sullo schermo televisivo ed il garante delle comunicazioni, con encomiabile tempestività, corre a sentenziare che ciò è possibile, oltre che opportuno; nel mentre viene varato un piano delle frequenze burla, che potrà funzionare solo con tecnologia digitale e, quindi, quando gli attuali limiti antitrust saranno solo ipotetici; nel mentre questo accade, accade anche di leggere su “La Repubblica”, a firma, niente popò di meno che Giovanni Valentini, che la legge 223, alias “legge Mammì”, era giusta e saggia.

Non saremo così sciocchi ed ingenui da richiamare “La Repubblica” e Valentini alla coerenza, potrebbero offendersi, addirittura querelarci. E poi, a ben vedere, coerenti lo sono, dato che dopo l’approvazione della legge il quotidiano romano titolò “Grazie alla Mammì”. Diciamo che fra il grazie e l’articolo di Valentini è stata scritta una marea di castronerie.

Valentini si accorge adesso di quel che a noi sembrò evidente dieci anni fa. Se continuerà a ragionare ed a documentarsi scoprirà anche che l’idea di due reti ai privati ed una rete pubblica senza pubblicità fu elaborata dagli stessi autori. Non ebbe vita fortunata, e fu subito affondata da un vero esperto : Valter Veltroni, allora pappaincicciato con Biagione Agnes.

A Valentini, oltre al benvenuto, vorrei dare un suggerimento : faccia un’inchiesta, adesso, sul perché quella legge, giusta e saggia, non fu mai applicata, faccia luce sui tanti rinvii che l’hanno completamente vanificata. Sarebbe bel giornalismo, non ignaro del memorabile motto del maestro Alberto Manzi.

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