Economia

Rc cara, e l’Isvap se la prende con gli assicurati

Rc cara, e l'Isvap se la prende con gli assicurati

Ecco un’altra autorità candidata al suicidio della credibilità: l’Isvap, che regola e controlla il mercato delle assicurazioni. Il neoconfermato presidente, Giancarlo Giannini, s’è perso anche lui nell’azzurro mare estivo alzando la voce contro le tariffe assicurative Rc auto, a suo dire inaccettabili perché

troppo care, e fin qui siamo d’accordo. Ce ne eravamo accorti. Anzi, c’eravamo spinti a leggere i dati sugli incidenti in diminuzione e notare la mancanza di un’analoga diminuzione di quel che ci fanno pagare. Solo che, ingenui, pensavamo fosse l’Isvap a dover provvedere e non immaginavamo che pure Giannini fosse fra i lamentosi impotenti.
Lui una soluzione dice d’averla: basta con i rinnovi automatici. Ma mica passa all’azione, per ora si limita a dirlo. Poi aggiunge che servirebbe a “smuovere l’immobilismo degli utenti”. Capito? Invece di vigilare sulle compagnie assicurative intende rieducarci all’attivismo, come se la colpa fosse mia che pago piuttosto che leggere le paginate corpo quattro dei contratti (che l’Isvap consente di far circolare). Ma lo sa che quella roba è illeggibile ed incomprensibile? Sì, anche perché prima era lui a scriverla. Comunque si complimenta con il decreto Bersani che ha introdotto il “preventivatore”. Che roba è? Un sito internet dove inserisci i tuoi dati e quelli ti mostrano le varie offerte. Capirai la trovata, e qualcuno gli spieghi che i suoi colleghi dell’autorità per le comunicazioni ancora consentono alla Telecom di lasciare gran parte dell’Italia senza larga banda, quindi con scandalose lentezze nei collegamenti internet. Ma assodato che sarebbe una buona cosa, posso usarlo, questo “preventivatore”? No, perché, dice il garante, “stiamo lanciando la gara europea per realizzarlo”. Quindi le tariffe aumentano anziché diminuire, i contratti non si capiscono, le offerte non si confrontano, il garante resta al suo posto, il coso per i preventivi lo mettiamo a gara e lui rilascia interviste facendosi fotografare in pose improbabili.
Le autorità di garanzia stanno diventando barzellette che non fanno ridere, luoghi ove si coltiva l’esibizionismo inconsistenze di bigi presunti esperti miracolati dalla politica, strutture costose e tendenzialmente provocatorie. Autorità senza autorevolezza, talora anche prive di senso dell’orrore.

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