Economia

Regali insidiosi

Regali insidiosi

Avere la libertà di andare in pensione prima di raggiungere il massimo è cosa buona e giusta, a patto di sapere che ci si rimette. Chi e quanto? In un sistema interamente contributivo ciascuno può ritirarsi in ogni momento, tanto non avrà altro che quanto il versato gli dà diritto ad avere. In un sistema di quel tipo non si capisce nemmeno perché debba essere lo Stato ad amministrare la faccenda, potendo ciascuno rivolgersi al privato che più gli sconfinfera. Ma quel sistema vale solo per i più giovani, il resto ci arriverà con il tempo. Occhio al “trucco” del prestito, quindi.

Il meccanismo è sensato: vuoi andare via prima, ma la tua pensione incorpora ancora un regalo, a carico della spesa pubblica e degli altri lavoratori, che non può e non deve essere ampliato, allora prendi un prestito e paghi il costo del tempo in cui non lavorerai e non pagherai contributi. Dire che non si può andare in pensione giovani perché l’Europa (citata a piffero e quale ente astratto) non vuole è il classico esempio di viltà politica e raggiro: non si può regalare oltre a chi va in pensione oggi perché toccherebbe metterlo sul conto di giovani lavoratori che avranno pensioni assai più basse. Una truffa e un’ingiustizia, anche perché quei giovani hanno bisogno di minore carico fiscale, se si vuole che abbiano risorse per accantonare pensioni integrative. Altrimenti saranno futuri vecchi morti di fame. Quindi no, non si può regalare oltre ad altri.

Se prendi un prestito in banca, però, ti toccherà pagare gli interessi? No, dice il governo, perché quelli li mettiamo in conto alla spesa pubblica. Il lavoratore pagherà solo il capitale anticipato. In altre parole restituirà nel tempo quel che ha avuto anticipatamente, ma senza pagare il costo dell’anticipo, gli interessi. In questo modo, però, il regalo bloccato alla porta rientra dalla finestra e la spesa pubblica ne risente, crescendo. Il contrario di quel che si deve fare. E’ come la faccenda dei bonus: il governo regala soldi degli altri, facendo credere che sta sgravando la pressione fiscale, mentre sta solo spendendo oggi quel che farà pagare domani. Ad altri. La ricetta della miseria.

Entrando alla riunione dell’Eurogruppo il nostro ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha detto: “bisogna stare attenti a non fare una riforma al contrario, cioè disfare riforme fatte bene”. Fa piacere che ne sia consapevole. Faccia però attenzione a quel che annuncia il governo di cui fa parte, perché consiste proprio nel pericolo da lui messo in evidenza.

Pubblicato da Libero

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