Economia

Ricchi, senza merito

Ricchi, senza merito

La denuncia contro i “Papponi di Stato”, condotta per giorni e giorni dal quotidiano “Libero”, è doverosa e meritoria, ma attenti a non dimenticare i “Papponi di mercato”. Ci sono manager che intascano cifre scandalose, ed anche che s’arricchiscono impoverendo le aziende che guidano ed i risparmiatori che

v’investono. E’ un grosso errore credere che non si possano sindacare le scelte private, perché parlo di società quotate in Borsa, d’interesse collettivo. Ed un mercato senza etica è semplicemente criminale.
In questi giorni molti si sollazzano guardano un filmato, su internet (http://it.youtube.com/watch?v=D5FSE_m3OOU) dove si assiste all’esibizione del direttore generale di Telecom Italia. Tolto il turpiloquio, tolti gli errori di sintassi, tolte le minchionerie storiche, non ci rimane nulla, se non l’immagine pettinata e sartorialmente definita del vuoto assoluto. Questo signore, che è stato anche assistente personale di Tronchetti Provera (c’è sempre una spiegazione!), è assai ben pagato. Lo è molto meno dell’ex amministratore delegato e dell’ex vicepresidente, che se ne vanno coperti di milioni dopo avere ulteriormente scassato l’azienda, impoverito gli investitori e fatto crollare l’utile. Ed il caso Telecom non è isolato.
Questi “Papponi di mercato” guadagnano in un anno quel che la quasi totalità dei lavoratori non guadagnano in una vita, e la loro retribuzione non solo è indipendente dalla buona sorte delle aziende, ma spesso cresce assieme ai guai. Questo, dunque, non è “mercato”, ma assenza di regole e di responsabilità. Basta incistarsi in una nicchia protetta, essere nel giro giusto e coprire gli interessi della proprietà, a dispetto delle leggi e delle regole, che sol per questo si diventa ricchi sfondanti, magari sfoggiando anche un’ignoranza raccapricciante. Rischi? Praticamente nessuno. Che fine ha fatto, ad esempio, l’inchiesta giudiziaria sugli spioni Telecom? Sparita, inabissata. Eppure lì si doveva stabilire se il vertice della società era abitato da complici o da imbecilli. Invecchieremo con il dubbio.
I “Papponi di Stato” sono il risvolto politico dei “Papponi di mercato”, mettendo in evidenza la mancanza di spessore morale e l’inesistenza di controlli e sanzioni. Noi siamo i fessi, che continuano a denunciare. Ci vorrà il Partito dei Fessi, nel senso di quelli che si son rotti e strarotti.

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