Economia

Rottamiamo la Befana

Rottamiamo la Befana

Sono due i concetti vincenti della retorica contemporanea : globalizzazione dei mercati e spazio economico europeo.

Sembra che non si possa più produrre il pecorino romano (con la lacrima) senza tenere in conto ciò che avviene nel mercato dei fermenti lattici romeni; né si possa procede all’elezione di un capo condomino che non abbia un programma di respiro europeo. Pazienza, sono i prezzi che si pagano alla retorica. Ma la pazienza ha un limite, che viene superato quando poi si assiste, sulle cose serie, ad un pratico razzolare ben diverso dal retorico predicare.

Da anni ci si lamenta del fatto che il mercato della comunicazione, in Italia, non sarebbe allineato con quello di altri paesi europei. Si tratta di una litania sciocca è stancante, anche perché, come dimostra l’evoluzione delle direttive europee, sono proprio i paesi di tradizione più statalista, in materia, che si affaticano ad emulare una realtà pluralista e ricca come quella italiana. Il nostro mercato è uno dei più interessanti fra quelli europei, e, dunque, non deve far meraviglia che su di esso si sia concentrata l’attenzione di diversi operatori non italiani : dai francesi di Canal Plus agli inglesi di BSkyB, alle cui spalle si trova un operatore globale del calibro di Robert Murdoch; per non parlare delle molte altre trattative che si sono fatte o che si stanno facendo.

Una trattativa, solitamente, giunge a buon fine quando si realizza una delle seguenti due condizioni : a) una delle parti si fa fregare; b) si trova una ragionevole convenienza per ambo le parti. Nulla di strano, quindi, se esistono idee diverse su come una trattativa debba essere condotta, o su quale sia la convenienza minima che giustifica un accordo.

Le cose, però, si mettono al peggio quando succede quel che è recentemente successo in Italia : mentre le parti trattano intervengono esponenti di governo a dire : non è bene che il tal straniero entri nel nostro mercato nazionale. Le cose si mettono al peggio per i seguenti motivi : 1. se lo straniero è una persona, fisica o giuridica, che ha cittadinanza UE, semplicemente non è uno straniero; 2. l’idea di mercato nazionale, nel mondo della comunicazione, è stata superata da molti anni, almeno da quando non è più proibita la musica jazz; 3. come si possa realizzare la globalizzazione e l’Europa unita ragionando in certi termini è un mistero irrisolto, così come, quindi, le varie tasse per l’Europa sono un sacrificio inutile; 4. pretendere di dare, dal governo, indicazioni negoziali alle società private, per giunta quotate in Borsa, appartiene ad una logica pianificatoria che i sovietici avevano abbandonato ben prima del crollo del muro di Berlino.

Eppure questo è successo, nell’Italia dei nostri giorni. E la cosa è più grave di quel che appare. E’ più grave perché simili eresie vengono commesse in nome di una presunta salvaguardia dei valori culturali nazionali. Tali valori sono certamente importanti, ma possono essere fatti valere solo a condizione che si accetti e si pratichi il continuo confronto, e la continua contaminazione, con realtà culturali diverse dalla nostra. Quando i valori culturali vengono ristretti in un ambito chiuso e difeso il risultato non è la loro salvaguardia, ma la loro morte nell’oscurantismo e nell’ignoranza.

Se certe dichiarazioni, quindi, sono state cattive, le loro motivazioni sono addirittura pessime. Giacché, però, è sempre bene trovare il lato ridicolo delle cose, ci piace ricordare che certe parole venivano pronunciate nel mentre i bimbi italiani (ed anche non pochi adulti) si affaccendavano a trovar zucche e costumi per festeggiare degnamente la ricorrenza di Hallowen, fin qui a noi nota solo per il “grande cocomero” di linusiana memoria. Una bella festa di origine celtica, evocante i defunti, trapiantata negli Stati Uniti, e che soppianta la ricorrenza di “Tutti Santi”. Solo i bimbi siciliani non vedono la novità, visto che loro, da sempre, ricevono i regali dai morti.

Allora, come la mettiamo con le identità culturali? Noi pensiamo che ogni apertura farebbe bene al mercato della comunicazione, e non solo a quello. Così come ci sentiamo di potere escludere che qualcuno voglia sbarcare in Italia al fine di rottamare la Befana. Anche perché, a questo, abbiamo provveduto da soli.

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