Economia

Scalatori

Scalatori

Il tema delle aggregazioni bancarie può sembrare ostico, ma gli interessi collettivi sono semplici e riassumibili in tre punti: concorrenza, trasparenza e sicurezza dei depositi. Fermi questi presupposti, è bene che nel mercato unico europeo vi sia un altrettanto unico e fluido mercato dei capitali, che gli istituti bancari abbiano dimensione – o almeno aspirazione – europea. Nel Piano Draghi non soltanto si invita a valutare se le misure prudenziali non finiscano con il creare un ostacolo, ma si suggerisce anche una giurisdizione separata per le banche che hanno operatività continentale. Non esiste sviluppo comune senza comune sistema finanziario e bancario.

Unicredit – banca la cui storia è italiana e il cui primo azionista è il fondo statunitense Blackrock (7,02%) – ha acquistato il 9% delle azioni Commerzbank – istituto tedesco il cui primo azionista è lo Stato (12%) – mettendo a rumore la Germania. In queste operazioni si mettono a nudo interessi economici e talora si snudano istinti nazionalisti. Ciascuno reagisca come crede, l’importante è che non perda la bussola dell’interesse che difende o pensa di difendere.

La partecipazione del denaro pubblico era consueta ed è stata interdetta per le nuove acquisizioni. In generale non tutela un interesse nazionale e può essere un cattivo affare per il contribuente. In questo caso è la Germania a fare da azionista, ma ve ne sono in tutti i Paesi e in Italia il capitale pubblico è intervenuto anche dopo l’interdizione (Monte dei Paschi di Siena). È successo anche in Svizzera.

Le banche devono guadagnare e se la presenza di capitale pubblico significa tutelare interessi (anche presunti nobili) che prescindono o derogano dal guadagno, di solito è la premessa di esiti ignobili. Se una banca ne scala un’altra è perché pensa di allargare il proprio mercato e poter trarre maggiore ricchezza di quanta non ne generi la gestione attuale. Se indovina è un bene per tutti, se sbaglia è importante che sia un male soltanto per lo scalatore. L’importante è che tutto avvenga alla luce del sole, come dietro una vetrina trasparente, senza accordi segreti e senza sgambetti politici.

Il timore, nel vedere scalata una banca del proprio Paese, è che il conquistatore utilizzi la forza che gliene deriverà per condizionare il sistema produttivo. La banca sceglie chi finanziare e quindi influenza i mercati della produzione e dei servizi. Per questo è vitale che, oltre alla trasparenza, sia preservata anche la concorrenza: se compro banche per comprare potere e lo uso per tenere in vita dei bolliti amici o che mi fanno comodo, basterà che un’altra banca comprenda il gioco, finanzi le imprese vitali e finirò svenato. Le banche sane hanno interesse ad avere clienti sani, magari a sorreggerli in momenti di difficoltà, mentre tenendoli artificialmente in vita passeranno presto dall’essere banca al divenire bancarotta.

L’Unione europea crescerà se avrà protagonisti produttivi europei e analoghi accompagnatori bancari. Ciò consentirà di utilizzare il risparmio privato investendolo nell’accrescere ricchezza, altrimenti capiterà – come oggi capita al risparmio italiano – che finirà investito in altri mercati, a finanziare la crescita altrui alla ricerca della propria remunerazione.

Comprare e vendere azioni e obbligazioni, anche per i piccoli risparmiatori, è nella responsabilità di chi investe: se guadagni che il cielo ti benedica, se perdi che il cielo ti assista. Il cielo, non il contribuente. Ma se depositi i tuoi soldi, quelli devono essere garantiti fino all’ultimo centesimo (e credo anche oltre i 100mila euro). Altrimenti non crolla una banca ma l’intero sistema bancario. Dei sistemi di sicurezza esistono in tutti i Paesi Ue, da noi il fondo interbancario è finanziato dalle banche stesse. Se vogliamo banche europee servono sistemi europei. Uno di questi è il Mes, al momento irragionevolmente bloccato dall’Italia.

La mano pubblica non giochi al piccolo banchiere ma fissi e faccia rispettare le regole per concorrenza, trasparenza e sicurezza.

Davide Giacalone, La Ragione 13 settembre 2024

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