Economia

Tauromachia telefonica

Tauromachia telefonica

Siamo alla tauromachia telefonica. Con collaudata superficialità si brinderà tanto all’italianità quanto all’arrivo di un partner internazionale, ma è solo l’inizio di uno degli ultimi capitoli di Telecom Italia. Il mercato, avvertivamo ieri, non si commuove per le cordate bancarie e la scena davanti ai nostri occhi è brutta assai.

Negli anni novanta Telecom Italia era una grande multinazionale, costruita con i soldi degli italiani, mentre Telefonica era un operatore regionale. La prima è stata pessimamente privatizzata e poi spolpata, la seconda, come la Spagna tutta, ha affrontato i mercati e la competizione. La prima, oggi, capitalizza 29,9 miliardi, la seconda 82,7. Si cerchi di non dimenticarlo e di non credere che Telefonica entri in Olimpia per far la bella statuina finanziaria. La storia del declino di Telecom è quella del declino italiano: dissennatezza politica, mercato regolato male e controllato peggio, brama d’arricchimento al posto dell’etica degli affari. Essendo il governo presieduto e composto dai responsabili dello sfascio, s’è fatto di tutto per evitare l’immediata consegna ai capitali stranieri che un Tronchetti Provera in fuga continuava a chiamare con annunci a raffica, utili per alterare il prezzo. Così, adesso, in Olimpia si troveranno due banche ed una compagnia d’assicurazioni. Evviva, esultano gli allocchi, c’è la maggioranza italiana. Ma va là: gli spagnoli avranno la maggioranza relativa, con un solido 42% e sono gli unici del mestiere. I Benetton agli iberici stanno già vendendo. Mentre l’apprendista Pistorio non ha nulla da ridire sul fatto che le ovvie contropartite industriali siano contrattate fuori dall’azienda e nella chiusa stanza di una finanziaria dissestata.
Con Olimpia si cede il controllo di Telecom, facendo marameo alle regole del mercato azionario; lo si cede agli spagnoli, assistiti dalla finanza italiana; le strategie non saranno discusse in Telecom, ma fuori, dove siede lo stratega, spagnolo. Se Telefonica avesse comprato Telecom Italia, sul mercato, con una regolare offerta, l’avrei considerato un bene. Sono più bravi. Invece comprano un accrocco che testimonia la nostra arretratezza istituzionale e finanziaria. Fuori applaude il balubame, che oramai applaude tutto ed ha solide convinzioni che cambiano in giornata.

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