C’era una volta il mercato delle telecomunicazioni, nel quale il valore di ciascuno dei protagonisti era in qualche modo correlato al numero di clienti che servivano ed al fatturato che ne ricavavano. Ora non c’è più.
Ora c’è un mercato i cui valori vengono dettati dalla Borsa, la quale si è presa una bella cotta per tutto quello che sa di tlc. Nelle favole per ragazzi bastava che si dicesse “abracadabra” perché si aprisse lo scrigno colmo di dobloni dorati, oggi basta dire “internet” perché una folla di investitori faccia a botte per poterti dare i propri soldi. Veri, per giunta.
Le patrimonializzazioni, in Borsa, salgono alle stelle. I protagonisti delle IPO ne sono felici ed arricchiti all’inverosimile, ma anche i risparmiatori festeggiano. Rivolgersi a degli “esperti” per avere lumi è come chiedere al colonnello Bernacca il perché del diluvio universale, non è escluso che siano più efficaci le opinioni del divino Otelma.
Tutto questo porta ad un sovvertimento dei valori, e quel che è successo negli USA, con la fusione fra American On Line e Time Warner, la dice lunga. E’ successo, difatti, che AOL è talmente cresciuta in Borsa da potersi permettere di fare un sol boccone di un gigante dell’editoria e della produzione televisiva e cinematografica. AOL, con l’acquisizione di TW, si mette nella condizione di essere proprietaria di gran parte delle informazioni verso cui conduce i milioni di americani, e potenzialmente di terrestri, che ad essa si connettono. Sarà pur vero, quindi, come ripetono da anni i guru della telematica, che la ricchezza sta nell’informazione, epperò il mercato ha dato ai veicolatori la forza economica per mettere le mani su questa ricchezza. Tomasi di Lampedusa sarebbe felice di constatare che le sue intuizioni valgono anche per il mercato più evoluto, e non solo per l’apparentemente non evoluto principe di Salina.
“La massa è femmina”, diceva il Duce, che, evidentemente, delle femmine e della seduzione aveva idee piuttosto animali, oltre che chiare e non lontane dal vero. Non è dato conoscere il sesso del mercato, ma in certe infatuazioni sembra essere preda del cuore (che palpita appena al di sotto del portafoglio) piuttosto che della freddezza. Esempio: premia ogni nuova iniziativa e la ricolma di quattrini, per piccina che essa sia; e premia anche le mega fusioni, che fanno del gigantismo la loro migliore massa di movimento. Un po’ come il pastore, che dopo i rigori dell’inverno festeggia la nascita degli agnellini, da trasformare prestamente in abbacchietti pasquali.
La logica c’è, ed è la seguente: il mercato delle comunicazioni è il grande mercato del futuro; di tanti competitori solo pochi sopravviveranno, ma i sopravvissuti faranno quattrini a palate. E’ una logica forse un po’ rozza, ma è chiaro che puntando su più cavalli si accresce la possibilità di vincere.
Le autorità monetarie statunitensi vanno ripetendo che presto o tardi i nodi verranno al pettine, e se è certamente vero che alcuni continueranno a guadagnare è non meno vero che molti dovranno perdere i quattrini investiti con troppa fiducia. Ma lo ripetono da troppo tempo, ed il mercato finanziario se ne è fin qui infischiato. Il futuro ha preso il sopravvento sul passato? Può darsi, sarebbe anche bello. Intanto è vero che le informazioni creano ricchezza, ma talora, quelle informazioni, sarebbero state catalogate nel capitolo turbative di mercato. Per aggiornamenti prego collegarsi al sito: www.aggiotaggio.com.