Giustizia

Addio al processo

Addio al processo

Venghino, lor signori, va in scena il grande spettacolo della malagiustizia, rigorosamente senza processo. Dei genitori denunciano che i loro bambini sono molestati e violentati a scuola. Indagini, arresti, scarcerazioni, ora la sentenza della cassazione che sostiene siano proprio i genitori ad avere esercitato violenza,

influenzando con le loro fobie i ragazzini. Discussioni, commenti, dubbi di alcuni e sollievo di altri. Tutto senza che ci sia nulla che somigli ad un’archiviazione o ad un processo. La sentenza è solo il frutto di un ricorso della difesa, l’indagine continua, la condizione precaria di quei minori anche.
Altrove dei dipendenti pubblici sono stati arrestati per assenteismo. Misura spropositata che fece scalpore. Naturalmente sospesi dal loro posto di lavoro (lavoro si fa per dire). Ora sono stati reintegrati dal giudice dell’indagine preliminare. Si fecero gran discussioni sull’assenteismo e sulle misure cautelari, ora quelle persone sono tornate dove erano e non è alle viste nulla che somigli ad un processo, perché la decisione è stata presa nel corso delle indagini. Ma su cosa s’indaga? Ci sono quei cartellini contraffatti? E’ vero che chi timbrava poi se ne andava? Se non ci sono le prove neanche di questo allora è meglio che siano assenteisti anche in procura, e se ci sono cosa diavolo stanno cercando, la rete di complicità internazionali? In ogni caso, il processo lo faremo fra anni, magari alcuni degli accusati saranno andati in pensione, naturalmente giovani, naturalmente con una vita di cartellini maltimbrati alle spalle.
La legge finanziaria dice che si deve porre un limite agli arbitrati, anche perché sono una gran greppia per magistrati che fanno a pagamento privato quel che dovrebbero fare pagati dallo Stato. Bella idea, solo che lascia il tempo che trova se non si è capaci di far funzionare la giustizia civile. Se ci vogliono anni per definire una causa, per avere, mettiamo, un pagamento cui si ha diritto, finisce che il creditore fallisce (nel mentre lo Stato ha già da lui incassato iva e tasse, altrimenti sarà lo Stato stesso ad ammazzarlo con le proprie mani) ed il debitore se la ride perché, se proprio gli andrà male, dovrà pagare il dovuto dopo sette o dieci anni, pagando interessi legali che sono inferiori a quelli reali. Insomma, ci guadagna.
L’arbitrato non è una bella cosa, specie se fatto all’italiana (provate a farlo a Londra, dove, prima d’iniziare, l’imparruccato lord pretende che le parti depositino l’eventualmente dovuto), è una sorta di privatizzazione della giustizia, a tutto vantaggio dei forti. Ma almeno chiude le piaghe in mesi, non in lustri.
Così, gentili signori, la malagiustizia dà spettacolo di sé in cronaca nera, nelle pagine sul lavoro, in quelle economiche, destando grandi sensazioni ed accesi dibattiti, ma senza che nessuno faccia nulla per ricordare che esiste anche il diritto, ed i diritti.

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