Giustizia

Assoluzione scandalosa

Assoluzione scandalosa

L’assoluzione di Bruno Contrada è uno scandalo, e per sminuirne il valore scandaloso si è tentato in tutti i modi di sporcarla.

Lo si è tentato facendo fare all’assolto la parte del pazzo in cerca di vendetta, così come si è cercato di far passare la solita tesi, sempre più stanca e ripetuta da personaggi sempre meno autorevoli, secondo la quale assoluzioni come questa rappresentano un abbassamento della guardia nella lotta contro la mafia. E’ singolare il fatto che, secondo questi pensatori da procura, il riconoscimento di un innocente sia una sconfitta nella lotta contro i colpevoli. Basta questo per avere la misura del deviazionismo giudiziario di cui l’Italia ha patito e patisce.

Ma queste sono solo polemicuzze un po’ miserabili, noi, che abbiamo, in tutti questi anni, mantenuto fede nel diritto non meno che nell’innocenza di questo poliziotto, noi rivolgiamo la mente ad altre questioni. Diciamo che l’assoluzione di Contrada propone la necessità di riscrivere la storia della lotta alla mafia, e, segnatamente, di riscriverne le vicende più recenti.

Non a partire dal suo arresto, avvenuto il 24 dicembre 1992, ma a partire da quando Luciano Violante ed Elena Paciotti vollero bocciare Giovanni Falcone. Loro che, poi, si appropriarono della sua morte. Ho letto molte volte che, secondo alcuni, isolare un magistrato è come additarlo ai killer mafiosi come facile bersaglio. L’ho letto con riferimento a magistrati che non passava giorno non rilasciassero interviste, non trovassero il loro spazio in tv, non capitanassero cortei. La tesi non mi ha mai convinto, ma, certo, faceva un certo effetto sentirla ripetere da chi aveva isolato un magistrato schivo e silenzioso, come Giovanni Falcone.

Ecco, da quel punto la storia va riscritta. Anche perché, fra i servitori dello Stato, c’è qualche morto che attende si finisca di diffamarlo e si cominci a commemorarlo. La scelta, poi, di appaltare ai mafiosi l’antimafia, con una gestione o superficiale o fraudolenta dei pentiti merita di essere riconosciuta e ricordata come un’offesa al diritto. Un’offesa che ha fruttato solenni ingiustizie e consentito a criminali arrestati di continuare indisturbati nella propria attività, omicidi compresi. L’assoluzione di Contrada non può essere sporcata. A lui, all’assolto, si deve chiedere scusa non perché fu incriminato, ma perché questo paese ha impiegato dieci anni a restituirgli l’onore. A tutti gli altri si deve restituire la storia di questo paese, superando le menzogne che lo hanno avvelenato.

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