Giustizia

Bocassini, tardi e male

Bocassini, tardi e male

Ancora una volta Ilda Bocassini ha ragione, ma ancora una volta arriva male e troppo tardi. Non c’è dubbio: la magistratura è divenuta una corporazione; le carriere, amministrate dal Csm ed orchestrate dall’Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato, sono un orrendo mercato di spartizioni ed equilibrismi

correntizi; anche grazie a questo modo d’intendere la professionalità si diffondono “ignoranza, scarsa produttività e corruzione”, cito la Bocassini. E’ vero, lo scrivo da anni, proponendo anche delle soluzioni. Solo che la dottoressa Bocassini se ne stava zitta, anzi, militava fra i meno inclini alle riforme. Oggi sbotta, manda tutti al diavolo. Dice che non è la mancata promozione a procuratore aggiunto ad indispettirla. Peccato non sia credibile, e peccato sia riuscita a dire così male cose così giuste.
Le capitò anche quando fu ammazzato Giovanni Falcone. Lo avevano combattuto le correnti di sinistra e isolato la viltà di chi su quelle contava per trasferimenti e promozioni. Magistratura Democratica, assieme al Pci, la Paciotti assieme a Violante, si spesero per impedire a Falcone di andare avanti, lo accusarono d’ogni nefandezza e di collaborare con il governo. La Bocassini, come quasi tutti, taceva. I comunisti vinsero e fecero carriera. Falcone perse e morì. A quel punto la Bocassini disse: l’avete fatto morire voi. Tardi.
Oggi la Bocassini dice che un magistrato non deve andare in televisione, non deve esibirsi e fare appello al telespettatore. Giusto. Noi lo scriviamo da anni, e ci si rivoltò lo stomaco nel vedere quelli di Milano, capitanati da un opaco Di Pietro, lanciarsi in proclami contro le leggi. Ci ha fatto schifo sentir dire che i processi di piazza erano già fatti, poco male se occorreva attendere quelli in tribunale. Ci ha fatto orrore leggere le cose dette da gente come Borrelli o Maddalena. Ma lei taceva, anche se era proprio su quei fronti che la magistratura stava riducendo in cenere prestigio e credibilità. Oggi sappiamo che vedeva, capiva, e come lei, immagino, tanti altri, ma fin quando si è sentita interna al sistema ha tirato a campare. Ecco, questo è l’errore che non si deve commettere, questo è l’atteggiamento che ci ha condannato ad avere la peggiore giustizia d’Europa. Basta la con la corporazione, che si torni al diritto.

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