Giustizia

Brusca e gli altri

Brusca e gli altri

A dire il vero si resta stupefatti innanzi allo scandalo che si è sollevato per il nuovo status, di pentito, che è stato riconosciuto a Giovanni Brusca. Vediamo le cose in modo assai diverso, e pensiamo che su altro dovrebbe vigilare la commissione antimafia.

Brusca, si è detto, è l’uomo che ha premuto il pulsante che ha azionato la strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie, e quasi tutti gli uomini della scorta. Brusca è l’uomo (l’animale, sarebbe meglio dire) che ha tenuto recluso e poi decretato la morte per strangolamento, e scioglimento del cadavere nell’acido, del piccolo Di Matteo, reo, ai suoi occhi, d’essere figlio del padre sbagliato. Come si può, si dice, fare sconti ad un soggetto simile?

Ma perché, gli altri cui si sono fatti sconti sono forse persone migliori di Brusca? I pluriomicidi, gli stragisti, gli strangolatori che se ne vanno a piede libero, pagati dallo Stato, alcuni dei quali sono tornati a delinquere ed uccidere, sono forse persone migliori? Non lo sono affatto.

Semmai il caso Brusca insospettisce per altri motivi. Egli, difatti, ha annunciato da tempo il suo pentimento, e da tempo collabora con gli inquirenti, i quali, però, non lo hanno voluto riconoscere né pentito né credibile. Epperò, alcune risultanze processuali danno ragione a Brusca e torto agli altri carnefici che le procure hanno coccolato come pentiti doc. Come la mettiamo?

A Brusca viene imposta una quarantena di dodici mesi, entro i quali deve dimostrare la sua buona volontà e la sua credibilità. A quali altri pentiti sono state imposte le stesse condizioni? in quali altri casi si è stati altrettanto diffidenti?

A Brusca viene assegnato uno “stipendio” ridicolo, per giunta sospeso in attesa della quarantena. Chi valuta, ed in base a quali criteri, se pagare miliardi (com’è capitato) o poche centinaia di migliaia di lire?

L’impressione è che Brusca si voglia prima ammaestrarlo, prima piegarlo, e poi accoglierlo nelle calde braccia del perdonismo pentitista. Ma cosa ha detto, Brusca, per avere destato tanta prudenza e tanta durezza? Quali sue dichiarazioni s’intendono seppellire sotto il peso della pressione mascherata da quarantena? Queste sono le cose su cui far luce, queste sono le domande cui trovare una risposta, non il menar scandalo perché si tratta di un animale sanguinario. In questo pari a tutti i suoi colleghi dalle cui labbra penzolano le procure, e sulla base delle cui dichiarazioni si pretende, addirittura, di scrivere la (falsa) vera storia d’Italia.

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