Giustizia

Carezze moleste

Carezze moleste

Se è una coincidenza non si sarebbe potuto immaginarla più sfortunata. Un improvvido ringraziamento del presidente del Consiglio, cui sfuggono i confini dei diversi ruoli istituzionali, ha lasciato intendere che alla procura (“i magistrati” comprendono anche i giudici, il che peggiora le cose) di Milano occorre essere grati, per non avere disturbato lo svolgimento dell’Expo e il “sistema istituzionale” (“voglio ringraziare i magistrati di Milano per il rispetto rigoroso della legge ma anche del sistema istituzionale”). Siccome la procura non gestisce lavori stradali e non emette rumori molesti, s’intende che la gratitudine sia relativa al ruolo che la legge le assegna: svolgere le indagini e formulare le accuse. Piovono le smentite, si ribadisce che nessun accordo, patto o trattativa ci sarebbe mai stato. Già, ci mancherebbe altro! Poi, la mattina appresso, s’eseguono mandati di cattura, in Italia e in Grecia, diretti a quanti avrebbero messo a soqquadro Milano, il primo maggio, al grido (delirante) di “No-Expo”. Se è una coincidenza è diabolicamente maliziosa.

Posto quel che vale sempre e per tutti, ovvero che gli arrestati sono da considerarsi innocenti fino a condanna definitiva, gliecché l’accusa loro rivolta li caratterizza come soggetti pericolosi. Quanto meno a giudizio della procura che ne ha chiesto la custodia cautelare. Se sono tali, non andavano arrestati subito? I reati per i quali sono indagati sono proprio quelli descritti dalla legge, con violenza e pericolosità sociale, per giustificare una detenzione prima della condanna. Che senso ha la custodia cautelare sette mesi dopo? Dicono in procura: abbiamo indagato per mesi. Anzi, questo smentisce sospensioni o congelamenti. Hanno indagato su cosa? Sulle immagini. Nel frattempo i sospetti si sono dileguati. E se le indagini sono già state fatte, di grazia, perché non ne depositano i risultati, chiedendo il rinvio a giudizio di quelli che, in quel momento, diventerebbero imputati? Siccome i contorni della faccenda sono piuttosto confusi, va a finire che la coincidenza temporale (chiude l’Expo, il governo ringrazia la procura per essersi astenuta, quindi partono gli arresti) fanno da conferma a un pessimo sospetto.

Aggiungo che non mi scandalizzerei affatto, se una procura, quella di Milano per Expo o altre, per altri eventi di rilievo generale, ritenesse di dovere evitare atti che, pur consentiti dalla legge, arrechino un danno al Paese. Che so, ad esempio, non mandare al capo del governo un avviso di garanzia nel mentre è in corso un vertice internazionale. Ribadito che la legge non prevede e nessuna persona seria avverte il bisogno che i procuratori si producano in conferenze stampa, che precedono di lustri gli esiti processuali, non mi scandalizzerebbe se ci si astenesse anche da atti formali rinviabili. Ma questo non può che avvenire nel più assoluto silenzio e nel più rigoroso isolamento, dovendosi escludere ogni pur minimo contatto con le autorità di governo. In caso contrario si esce dalla prudenza e si entra nell’impudenza. Se non direttamente nel reato. Ecco perché, a essere seri, dopo le parole di Matteo Renzi sarebbe stato saggio emettere un comunicato, dalla procura, che prendesse rispettosamente le distanze dallo strafalcione istituzionale. Del tipo: nessuno deve ringraziarci per avere rispettato la legge e siccome altro non facciamo che rispettarla, nessuno di ringrazi mai. Invece s’è vista qualche penna di pavone, prima che l’intervento de Il Giornale suggerisse l’opportunità di rimpiattarle in fretta. Del resto, mi pare ovvio: se accetti gli elogi devi accettare anche le critiche. Cosa che non mi pare solita, in quei palazzi. Ragione di più per cui ci sarebbe stato bene anche un comunicato della solitamente loquace Associazione nazionale magistrati: il governante non s’azzardi a interferire nella totale indipendenza del magistrato, né con carezze né con avverse facezie. Ma nulla di ciò leggemmo.

La cosa paradossale è che tutti pensano alle inchieste sulla corruzione, quindi agli arresti dei colletti bianchi (che, ove colpevoli, sono dei delinquenti, ma non dei violenti e non pericolosi per l’umanità che li circonda), invece l’arresto successivo alle lodi riguarda maneschi e teppisti. Anche questo potrebbe avere una logica: farlo prima avrebbe significato sollecitare una risposta della pizza, nel mentre su piazza si trovava l’Expo. Ma, oltre a essere conferma di uno scambio illecito, questa sarebbe anche una posticipazione che ha esposto altri a pericoli reali, mentre ha consentito a taluni fughe all’estero.

Coincidenze. Può darsi. Ma sarebbe più facile crederlo se le parole di Renzi avessero destato ripulsa fra quanti venivano lisciati, se si fossero discostati dalle carezze moleste. Invece s’udirono le fusa.

Pubblicato da Libero

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