Si devono avere le seguenti caratteristiche : a) essere stati magistrati; b) avere esercitato la professione innanzi alle telecamere; c) avere bisticciato con l’italiano e spiccare un idioma onomatopeico; d) non essere condizionati da idee precise; e) credere di essere davvero bravi ed interessanti, e non che sono fregnoni quelli che stanno ad ascoltare. Se se ne dispone, allora ci si può candidare per un seggio parlamentare, o anche quer qualche altra cosa.
Dopo il cavallo mugellesco, ora tocca all’asino pugliese. Il popolo in giubilo, pertanto, ha potuto apprendere che il Pretore di Maglie, il celeberrimo Carlo Madaro, Gran Maestro dell’ordine della Somatostatina, ha deciso di mettere a disposizione del paese la sua augusta persona : si candiderà alla elezioni (non ha detto quali, ma per tutto c’è un tempo).
Il lettore di queste righe sia avvertito : chi le scrive è un maniaco. Lo è al punto da avere letto per intero le interviste rilasciate da Madaro (per quelle televisive mi sono avvalso di un interprete), e, come se non bastasse, ha letto anche un libro che il signor Pretore ha scritto su se stesso, con tanto di esipodi (Totò, op. cit.) di vita vissuta.
Quando ho letto che, per descrivere il suo coraggioso passato, egli ricorda di avere incriminato Al Bano e Romina Power ho quasi avuto una crisi mistica. Uno così è il segno del cielo, del destino, o, forse, più prosaicamente, della miseranda condizione in cui versiamo.
Dato il modo in cui stanno le cose, è facile immaginare che intende candidarsi con il Polo delle libertà. Vi è una variante : che fondi un proprio movimento politico, da non confondersi con la lega contro il congiuntivo. In questo caso gli spiegheranno che sarà saggio apparentarsi con qualcuno. Il Polo delle libertà ha, quindi, la fortunata occasione per declinare, cortesemente, l’offerta e non candidare il dott. Carlo Madaro, né apparentarsi con il di lui organizzato movimento.
Per due ottimi motivi. Prima di tutto perché il pretore di Maglie è un figlio legittimo della giustizia spettacolo. Un signore che non si è limitato a fare il proprio dovere (criticabile o no, ma questa è una cosa diversa), ma si è spinto fino a farsi ritrarre in pose monumentali, a rilasciare dichiarazione sui suoi rapporti con le figlie, ad apostrofare ministri, ad invocare la Madonna, ed è giunto fino a dire che essendo quello il suo momento di notorietà aveva tutto il diritto di goderselo. Che goda, ma il suo godere è l’esatto contrario di quel che sarebbe lecito attendersi dalla giustizia.
Nel momento in cui i riflettori cominciano a spegnersi, nel momento in cui, dunque, la goduria minaccia di scemare, ecco che il signor pretore si scopre una vocazione politica, naturalmente al servizio dei poveri, dei deboli e degli ammalati. Divento una star con le sentenze, e poi vado ad incassare il seggio parlamentare. Tale programma di vita non sarà mai abbastanza deprecato.
La seconda ottima ragione per non candidarlo è di ordine politico e culturale. Madaro ha ripetuto, nelle molte interviste concesse, di essere un uomo di sinistra e da sempre iscritto a Magistratura Democratica. Scelte più che legittime, naturalmente. Meno lineare, però, appare l’idea di candidarsi fra le fila dello schieramento opposto. L’arcano ha una facile spiegazione : quelli dell’Ulivo non lo candidano manco morti. Ma vi pare che questo sia sufficiente per raccattarlo dalla parte opposta? E non lascia un sapore vagamente disgustoso quest’idea del : mi butto dalla parte che mi elegge?
Madaro non è nuovo, a queste contraddizioni : egli sostiene la liberalizzazione delle droghe, ma vorrebbe proibire, anche all’aperto, per le strade, il fumo delle sigarette.
Uno così, dovrebbe essere una gioia perderlo. Ma la nostra fiducia nell’umana intelligenza e nella dignità politica ha già subito più di un colpo. Così non escludiamo di doverne subire di ulteriori. Chiederemo asilo politico, ad Al bano e Romina Power.