Giustizia

Cecchi Gori

Cecchi Gori

Dopo tutto, qualche anticorpo comincia ad esserci. L’arresto di Vittorio Cecchi Gori continua ad essere carne per le prime pagine, ma qualcuno comincia anche a scrivere che di questo tipo d’arresti non si dovrebbe sentire il bisogno.

In questo caso, come sempre, non entro nel merito delle accuse e di quello che sarà (magari fra qualche anno, con comodo) il processo. La realtà, del resto, è sotto gli occhi di tutti: stabiliranno i giudici se è stata fraudolenta, ma la bancarotta di un impero è evidente ed irreversibile. Gli errori imprenditoriali di Cecchi Gori appartengono al passato, mentre il mondo politico s’interroghi sulla propria cecità: noi avvertimmo l’irregolarità e la follia di chiamare TMC1 e TMC2 due televisioni che non erano compatibili (neanche legalmente) e non potevano essere sinergiche, ma agli altri stette tutto bene; in passato si aiutò Cecchi Gori con i soldi di aziende in portafoglio allo Stato, inseguendo la chimera di un terzo polo televisivo, noi avvertimmo che altre erano le strade per giungere a quel risultato. Oggi Cecchi Gori è solo un uomo chiamato a rispondere dei propri errori e del proprio fallimento.

Era necessario arrestarlo? Il sindaco di Firenze ha affermato, con ragguardevole finezza intellettuale, che in quella città lo sapevano un po’ tutti, che da tempo si vociferava dell’imminente arresto. Appunto, per quanto tonto, anche Cecchi Gori avrà colto quelle voci, se avesse inteso fuggire lo avrebbe fatto. E lo farà, perché mica vorranno tenerlo in galera fino al processo ed all’eventuale condanna definitiva. Inquinare le prove gli era impossibile. In quanto alla ripetizione del reato è del tutto irrilevante: non possiede più nulla da mandare in bancarotta e, comunque, non si tratta di un reato violento e pericoloso: lo reiteri e lo ricondanneranno. Allora, che ci fa agli arresti domiciliari?

Se lo sono domandati in diversi, e questo dimostra che qualche anticorpo circola. Purtroppo l’organismo incapace di produrne a sufficienza, di trovare nei propri meccanismi la difesa dall’epidemia manettara, è la magistratura. Ancora una volta il circuito pm-gip non ha funzionato. Ancora una volta si son seguite le regole dello spettacolo.

Cecchi Gori seguirà la sua sorte, a noi spetta garantirgli un processo equo e rapido. La politica, però, metta mano a quel che serve: una riforma radicale e completa del pianeta giustizia. Non si dica che il paese non è maturo, perché lo è di più di un mondo politico attardato nelle difese di gruppo od ubriacato da quello che fu vinaccio e divenne aceto.

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