Giustizia

Colpe gravi

Colpe gravi

Ha ragione Gaetano Pecorella, avvocato, parlamentare di Forza Italia e presidente della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati: la maggioranza ha fallito sul tema della giustizia. Né si può coltivare l’illusoria speranza che a porre rimedio sia il nuovo governo Berlusconi, che oggi sale al Quirinale per il giuramento di rito. Troppo poco tempo, e, tutto sommato, poca capacità.

E’ vero anche, come scrive Pecorella, che la maggioranza parlamentare ha dovuto fare i conti con l’opposizione dei magistrati, ma non meno vero è che le leggi non si fanno in assemblee corporative, bensì in un Parlamento sovrano ove conta il rappresentare la maggioranza degli elettori. La colpa del centro destra è quella di avere accettato, e qualche volta cercato, lo scontro con la corporazione togata, ma di averlo fatto su terreni secondari, parziali, non d’interesse generale. Colpa grave, in politica.

La giustizia è rimasta quella che era, semmai con sindromi ancor più gravi: ingiusta, lentissima, incapace di punire i colpevoli e sadicamente accanita contro quei cittadini che la Costituzione e la civiltà vogliono innocenti fino a prova del contrario. Una volta si diceva che il processo è di già una pena, oramai è divenuto l’unica pena. Come dimostra anche il fatto che l’incivile sovraffollamento delle carceri è dovuto più a cittadini in attesa di giudizio che a detenuti che scontano una pena, più all’incapacità di ideare ed adottare pene alternative, che al reale bisogno di tener le persone chiuse in cella.

Missione fallita, dunque, anche se questa era una delle ragioni principali che avevano guidato la scelta degli italiani. Si voleva essere, al tempo stesso, più sicuri e più garantiti, si voleva che un delinquente finisse in galera, ma non si voleva che l’autorità giudiziaria potesse dispoticamente disporre della vita dei sottoposti. Invece, alla fine, il centro destra è rimasto prigioniero di un giustizialismo non curato (presente nella Lega ed in An), non lenito da un garantismo parolaio, ma inconcludente.

Missione fallita, ma il problema resta lì. Se il centro destra ha imparato la lezione, adesso dica agli italiani, con precisione e scrupolo, cosa farebbe se disponesse della maggioranza anche nella prossima legislatura. Ed il centro sinistra non chieda voti solo perché gli altri hanno fallito, ma dica quale sarebbe il risultato se anch’esso non fallirà. Si chiama politica, questa, ed è cosa diversa, molto diversa, dal propagandismo sotto vuoto spinto.

Condividi questo articolo