Giustizia

Corte incostituzionale

Corte incostituzionale

Giovedì scorso avete tutti potuto apprezzare la risposta che il Presidente della Corte Costituzionale ha inviato ad un mio pezzo. Criticavo il fatto che sarebbe rimasto in quel posto per soli tre mesi, mentre la Costituzione prevede una presidenza di tre anni, rinnovabile fino a sei. Flick ha fatto osservare di esserne consapevole, di averlo detto e di avere criticato tale costume. A me la critica era sfuggita, e nelle sue parole, che vi ho riproposto, non l’ho poi trovata. Ma questo è secondario, non smetterò di cercare. Mi pare prevalente, però, che egli abbia accettato di buon grado, pur sapendo che la sua nomina fa a cazzotti con il testo che, in via teorica, quei giudici dovrebbero tutelare. Ora vi dico cosa succederà, se questo deprecabile andazzo non sarà interrotto.
A febbraio del 2009 il nuovo presidente, secondo l’insano principio dell’anzianità, sarà Francesco Amirante, che resterà in carica per ventidue mesi, quindi sempre meno del dovuto ai Padri Costituenti, fino al dicembre del 2010. Gli succederà Ugo De Siervo, che ci resterà quattro mesi, fino all’aprile del 2011. Quindi sarà la volta di Paolo Maddalena, che presiederà la Corte in modo fulmineo, come Flick, per tre mesi, fino al luglio del 2011. Potrei andare avanti, elencando altre Pic-Presidenze, quelle che non le senti quando entrano. Dopo una simile cura alla Fregoli della Costituzione resterà meno di quel che c’è, mentre il prestigio della Corte sarà ridotto a camera di lancio per la pensione dei Presidenti Emeriti. Tutto maiuscolo, anche se si tratta di una situazione minuscola, che più minuscola non si potrebbe.
Dice Flick che è la “prassi largamente prevalente”. E’ vero, ma a questo si è potuti giungere perché, spiace dirlo, la si è composta senza dar troppo peso alla schiena dritta ed allo spessore umano. Spero che almeno uno dei candidati non-presidenti riesca a trovare la dignità per dire: no, non mi presto. In ogni caso, quel che abbiamo già visto misura la decadenza, forse la scomparsa, di una cosa che si chiama “senso dello Stato”. Sorridetene pure, ma senza quello è difficile che ci sia una politica degna. E’ escluso che ci siano persone nel cui petto batta più che la prosopopea e l’amor proprio. E stiamo parlando dei vertici, di persone cui è comunque assicurato un ricco futuro.

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