Giuseppe D’Avanzo, felice per il fatto che il quotidiano per il quale scrive, La Repubblica, ha pubblicato l’ennesima velina di procura, questa volta dedicata ad un’inchiesta sui carabinieri dei Ros, si chiede astuto: ma dove sono finiti i grantisti?
Eccoci, per servirla, e per rammentare che, ancora una volta, lui ed il suo giornale, stanno dalla parte sbagliata.
Il garantismo, del quale orgogliosi ci fregiamo, è il rispetto della legge, non la polemicuzza fra innocentisti e colpevolisti. Quando leggiamo che una procura ritiene criminali alcuni carabinieri dei Ros, a noi, vengono automaticamente in mente due cose: la prima è che quei carabinieri, come tutti i cittadini dei paesi civili, sono da considerarsi innocenti fino a sentenza che stabilisca, in via definita, il contrario; la seconda è che speriamo il processo si faccia alla svelta, in modo che gli eventuali innocenti si vedano restituire l’onore, e gli eventuali colpevoli paghino per il loro errore. Scommetto che a D’Avanzo non vengono in mente nessuna di queste due cose.
Anzi, come al solito, dando per scontato che l’accusa abbia ragione (se non altro per riconoscenza: chi ha passato la velina?), si chiede come mai non si solleva il fronte garantista avverso quei carabinieri. Della serie: a far sempre gli squadristi non si riesce più a comprendere le ragioni del diritto, dei diritti e della civiltà. Eia, eia, velinà.