Giustizia

Giacobini

Giacobini

“Marrano”, dice un bimbo ad un altro nel mentre giuocano. Ha seguito qualche serie televisiva, ma non è detto che si riferisca agli ebrei ed ai musulmani convertiti del XIV secolo.

“Cacicco”, dice la moglie al marito che la vuol far da padrone, ma non per questo lui si sente precipitato fra gli indigeni dell’America centrale e meridionale. “Giacobini”, dice Berlusconi a certi magistrati e … e tutti si offendono, ma in un modo tale che sembra essersi smarrito, anche in questo caso, il senso delle parole : perché è un’offesa essere paragonati all’Incorruttibile? Possibile che a scuola andassero tutti così male da riuscire a ricordare, seppur vagamente, il “terrore”, ma da essersi dimenticati il quando, il come ed il perché? E se gli do del girondino, ad un magistrato, si offende lo stesso? E se lo metto fra i dantoniani, che fa, mi querela o mi chiede donne e libagioni?

Dice Mario Cicala, segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, “il problema non è se un giudice sia giacobino oppure no, ma se applica la legge oppure no”. Mirabile sintesi di chi non sa più di cosa stia parlando. Esiste o non esiste una richiesta d’arresto per Marcello Dell’Utri? esiste? allora sarà bene rileggere questa pagina, scritta da un giovane di 24 anni (Buchner – La morte di Danton) : si discute dell’arresto dei parlamentari, e dal 1835 sembra che il tempo non si sia mosso. Giacobini compresi.

UN DEPUTATO. Noi siamo qui in nome del popolo, non possiamo essere strappati dai nostri posti contro la volontà dei nostri elettori.

UN ALTRO. Le vostre parole puzzano di cadavere, le avete prese di bocca ai girondini. Volete dei privilegi? La spada della legge pende sulla testa di tutti.

UN ALTRO. Non possiamo permettere ai nostri comitati di strappare i legislatori all’asilo della legge e mandarli sulla ghigliottina.

UN ALTRO. Il crimine non ha alcun asilo. Solo i criminali coronati ne trovano uno sul trono.

UN ALTRO. Solo i farabutti ricorrono al diritto d’asilo.

UN ALTRO. Solo gli assassini non lo riconoscono.

ROBESPIERRE. (…) Come potete negare a tal punto i vostri principi da concedere oggi ad alcuni individui quanto ieri avete negato a Chabot, a Delaunai, a Fabre? Cosa significherebbe questa distinzione a favore di alcuni uomini? Che mi importa delle lodi che la gente fa a se stessa e ai propri amici? Ormai troppe esperienze ci hanno dimostrato quanto sia da tenerne conto. Noi non chiediamo se un uomo abbia compiuto questa o quest’altra azione patriottica; noi esaminiamo tutta la sua carriera politica. (….) No, noi non vogliamo alcun privilegio, non vogliamo idoli! (Applausi ) (…) Quanto più egli (Danton n.d.r.) ha ingannato dei patrioti che avevano posto fiducia in lui, tanto più duramente deve sentire il rigore degli amici della libertà. (…) Chi trema in questo momento è colpevole, perché giammai l’innocenza trema di fronte alla pubblica vigilanza (Applausi generali).

Sicuri, certi magistrati, a sentirsi offesi? Sicuri di non essere intimamente, e con orgoglio, giacobini? Prima di indignarsi una ripassatina ai libri non farebbe male.

Esemplare, infine, la frase che viene posta sulle labbra dell’Incorruttibile : “chi trema in questo momento è colpevole, perché giammai l’innocenza trema di fronte alla pubblica vigilanza”. Come direbbe un nostro attento lettore (e querelante): una frase magica, anzi, un momento magico.

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