Giustizia

Giornalisti da galera

Giornalisti da galera

Per bocca di alcuni fra i suoi più illustri esponenti, la (nostra) ignobile categoria di iscritti all’ordine dei giornalisti ha dato una ennesima dimostrazione di nefandezza.

E’ accaduto in seguito ad un voto della Camera dei Deputati, con il quale si stabilisce che un giornalista che viola il segreto istruttorio deve andare in galera. Perché, si sono chiesti i giornalisti, dobbiamo andare in galera noi e non quelli che ci passano le notizie? Adesso lo spiego loro.

I giornalisti affermano di essere tenuti, dalla sacralità della loro missione, a pubblicare tutto quello che costituisce una notizia. E’ un balla. Sulle questioni giudiziarie i giornalisti pubblicano solo le veline delle Procure, passate, naturalmente, dalle Procure medesime. Non fanno inchieste, non approfondiscono un bel niente, limitandosi a precedere il giudizio ed emettere condanne a mezzo stampa.

Non contenti di tanto servilismo, i giornalisti hanno fatto di tutto per rendere i magistrati degli intoccabili, elevandoli a divi e miti di una sana convivenza civile, consultandoli ed esaltandone le risposte su tutto lo scibile umano: da come si corteggia una donna a come si cura il cancro.

Gli illustri esponenti del giornalismo, che oggi si sentono così male alla sola idea di poter correre dei rischi, per tutti questi anni non solo non hanno mosso un dito contro quest’andazzo, ma vi hanno attivamente, alacremente e disciplinatamente contribuito. Pertanto ecco la risposta: i giornalisti vadano pure in galera (ma non ci andrà nessuno, suvvia), a pagare le loro colpe di servi sciocchi; i procupratori velinari non correranno rischi, come si conviene a dei veri padroni.

Noi, in galera, non vorremmo mandarci nessuno, per questo, da tempo, quel giornalismo lì lo abbiamo mandato al diavolo.

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