Non c’è niente da fare, è un riflesso condizionato, figlio di incultura e superficialità. Padre, poi, di molti mali e dolori. Non c’è niente da fare : ogni volta che il padrone mostra un brano di carne sanguinolenta, il giornalismo nostrano si lancia, bava alla bocca, per supplicarne almeno una briciola. Oramai, in tutto ciò, non vi è nulla di ragionevole, c’è solo la natura profonda dell’animale.
Gli altri, tutti gli altri, osservano lo spettacolo, felici di non essere coinvolti. E, invece, coinvolti lo sono. Eccome.
I giornali di ieri erano un capolavoro. Un capolavoro di ignoranza, pregiudizio, discriminazione sessuale e servilismo. Conservatene copia. Era successo che i magistrati dell’accusa, in quel di Milano, avevano deciso di arrestare una signora, moglie di un medico coinvolto nell’inchiesta sulla spesa sanitaria illecita, ed anche lei, sempre secondo i magistrati dell’accusa, attiva in questo mercato criminale.
I solerti questurini hanno subito diffuso la foto segnaletica della signora. Felici di farlo, o remunerati per questo. E’ lo stesso. Ed i giornali, sempre più simili a dei mattinali di regia polizia, hanno subito pubblicato. Poi, dato che la fantasia non è una dote degli ottusi, hanno tutti fatto gli stessi titoli e gli stessi articoli. La signora è divenuta Lady, o zarina. Tutti hanno giuocato sulla somiglianza del cognome con quello di un’altra coppia coinvolta negli scandali della sanità, ed è appena il caso di notare che gli scherzi sui cognomi sono materia utile per i fessi alle scuole elementari. Tutti a dire che la signora lavorava in una TV privata, che gestiva le aste, o gli acquisti via telefono. Che era una modella. Che ha trenta anni meno del marito. Insomma, tagliamo corto, la figura femminile alla massima espressione del sessismo : avida di denaro, e tendenzialmente puttana.
Si dirà : tutti gli atti giudiziari, oramai, finiscono sui giornali. Mica vero, su certe inchieste si tace. Si tace come tombe. E, sia ben chiaro, sempre così si dovrebbe fare, attendendo i verdetti. Se, però, invece, si sbatte il mostro in prima pagina, allora si spieghi perché si tace su intere organizzazioni finalizzate al crimine. Che si taccia perché portavano soldi al PDS? E che si parli, invece, della sanità milanese solo al fine di far recuperare popolarità ai sacerdoti dell’accusa?
Sugli stessi giornali, in altra parte, potrete trovare dotte e meno dotte riflessioni sulle modifiche costituzionali. Tutti, naturalmente, unanimi nel dire che le leggi costituzionali costituiscono la sacralità della Repubblica. Già, ma della norma costituzionale (che trova fondamento e riscontro nelle leggi internazionali sui diritti dell’uomo) secondo la quale nessuno può essere considerato colpevole, se non dopo sentenza passata in giudicato, di questa norma, gli stessi giornali, non devono essersi accorti. E’ sfuggita, nella concitazione quotidiana dovuta al frenetico lavorio da divoratori di carogne, cui con tanto ardore si dedicano.
Adesso, qualcuno dirà che mi sono messo a difendere quei vampiri che si arricchiscono con i soldi rubati alla pubblica sanità. Dicano pure, tanto, per quel che me ne importa … Io, però, non difendo nessuno. Quelle persone si difenderanno nei Tribunali, assistite dai loro avvocati, con buona o cattiva sorte. Ciò che, invece, è illecito ed immorale è che si continui ad alzare il rogo, a montare il patibolo, a lanciare pietre ed alzare il pugno su cittadini italiani che non sono stati neanche processati. Il tutto agli ordini di una padrone in toga, che i giornalisti, se non li querela, li sfama.
Attaccandosi alle mutande di quella signora, questi animali sbavanti, tentano di strappare quel poco di rispetto e di libertà di cui il giornalismo dovrebbe essere guardiano ed alfiere. Per questo nessuno può essere estraneo, perché questi (decadenti) costumi li pagheremo tutti. Anche noi che protestiamo.