Giustizia

I cannoli di Cuffaro

I cannoli di Cuffaro

Se avessero potuto consultare Goebbels, il maestro, gli addetti alla stampa e propaganda sarebbero stati avvertiti che l’uso mediatico dei cannoli comporta qualche pericolo, che il rappresentare ovunque Salvatore Cuffaro come un gaudente cannolaro porta con sé qualche controindicazione. Molti degli

impaginatori, però, il problema non se lo sono neanche posto, perché non l’hanno visto. Non sono in grado di capirlo, giacché la loro mente si chiuse il giorno in cui le tolsero l’ossigeno della critica e della libertà.
Dunque, Cuffaro s’è dimesso, dopo una condanna in primo grado che lo giudica colpevole di favoreggiamento e gli affibbia cinque anni di prigione e l’interdizione dai pubblici uffici. Ritengo che abbia aspettato troppo e che si sarebbe dovuto dimettere al pronunciamento della sentenza. Anzi, si sarebbe dovuto dimettere il giorno prima, salvo ritirarle in caso d’assoluzione. C’è una legge che stabilisce la necessità di sospendere i dipendenti pubblici che siano condannati in primo grado. E’ vero (e va sottolineato) che non si possono e non si devono mettere sullo stesso piano gli eletti e gli assunti, ma nel senso che i primi hanno maggiori doveri. Quindi Cuffaro doveva dimettersi e, sebbene a scoppio ritardato, s’è dimesso. Il guaio, ora, è tutto nostro.
Già, perché a primavera andremo a votare per il Parlamento, dato che il presente è stato affondato (accidentalmente) da un’inchiesta giudiziaria, ed i siciliani andranno a votare per l’Assembrlea Regionale, visto che l’attuale è stata affondata da una sentenza di primo grado. In tutti e due i casi non solo non sappiamo come stanno realmente le cose, ma, anzi, siamo tenuti (quelli rimasti civili, per pochi che siano) a considerare innocenti i coinvolti. Di tale previsione costituzionale, però, possiamo fare l’uso più sconcio, dato che le conseguenze negative si sono già tutte provocate e non si potrà mai rimediare.
Morale: un Paese senza giustizia, un Paese in cui i tempi dell’inquisizione e del giudizio sono infiniti, non ha più nessun ambito, neanche quello prettamente democratico, che rimanga nella regolarità. Noi continuiamo a gridarlo, gli zotici del moralismo senza etica continuano a sollazzarsi delle inchieste, l’Italia sprofonda nell’inciviltà. Vuol forse dire, questo, che gli eletti non possono essere indagati e processati? Al contrario, ben venga il controllo penale, anzi, ce ne vorrebbe assai di più. Ma tempi certi, ragionevoli, tribunali regolari, separazione delle carriere e la procura che sbaglia paga.
Veniamo a Cuffaro. Condannato, ha detto due cose: sono felice, perché non mi imputano la mafia, ed ho fiducia nella giustizia. Capisco la prima cosa, ma avverto che la condanna per favoreggiamento, senza i gorgheggi a vuoto dei concorsi esterni, implica l’accertamento di un reato non solo grave, ma anche preciso. Gli auguro l’assoluzione successiva, ma nell’essere favoreggiatore non c’è nulla di buono. In quanto alla fiducia nella giustizia, la ammiro ed invidio. Io non ne ho, ad esempio. Ma un imputato deve averla, ed anche a me toccò. Peccato che i tanti che su di lui si sono avventati a quelle parole non abbiano dato alcun rilievo. Perché nella giustizia si può anche avere fiducia, ma nell’inciviltà dei giustizialisti non si riesce a trovare un seme buono neanche a rivoltare l’immondo sacco.
Infine i cannoli. Ma che sfacciato, il Cuffaro con la guantiera in mano! Festeggia, il criminale! La foto ovunque, ad icona dell’insensibilità. Guardandola mi sono chiesto: chissà cosa mangia Bassolino? mangia ancora? E’ un uomo pulito, Bassolino, al contrario dei territori che amministra, dove la puzza è insopportabile. Non è stato condannato. Non è stato neanche processato. Non è stato intercettato per venti anni. Non si suppone nemmeno abbia legami con la camorra. Certo, i soldi da lui elargiti sono finiti anche alla camorra, ma è un fatto ambientale. E lui se ne intende, di fatti ambientali. Poi Bassolino è uno legato agli antichi valori della famiglia, affida incarichi pubblici al figlio, e lo fa per affetto, mica per clientela. Ma non è singolare che io di Bassolino non sappia niente? Non è interessante che da quando la spazzatura è divenuta il miglior riassunto del suo amministrare non so se sia vivo o morto, mangiante o digiunante? Non è toccante che la magistratura competente si sia posto il problema dell’opportunità, evitando di sollevare questioni di corruttela, di favoreggiamento alla criminalità, di disastro ambientale? E non è ammirevole che i compagni di Bassolino gli manifestino solidarietà, che Veltroni sia al suo fianco, vale a dire immerso nella spazzatura? Cribbio, è chiaro: quei cannoli segnalano la netta superiorità morale, ed anche digestiva, di un certo mondo politico.

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